L’ incantesimo
Seducente è
il tuo profumo,
gelsomino
della notte misteriosa.
Con dolcezza di seta
accarezzi
l’aria trepida
e mite.
Dolce è
il ricordo che evochi.
Ancora più
dolce è
il sogno che provochi.
Edwin Agustìn Lozada
(da Sueños anónimos, 2001)
Non potevo lasciare cadere gli ultimi fiori di gelsomino senza regalarmi questo delizioso dolcetto, anche perchè l’unico albero di pere che se ne sta a rami aperti tutto il giorno contro l’assolato muro quest’anno è stato più generoso del solito…ed ecco che la mia cena sotto la pergola ha avuto come ingrediente principale le succulente pere…l’ispirazione per l’antipasto l’ho avuta dalla cara e fantasiosa amica blogger Silva, per il primo piatto sono da anni famosi i miei straccetti fatti in casa alle pere e pecorino di Pienza e il dolce ecco qua la sorpresa! sorpresa anche per me l’ho inventato oggi…ho aperto il frigo e avevo ancora del rabarbaro e qualche vasetto di marmellata di uva spina e basta UN POCO DI ZUCCHERO….e
La mia ” PEARS PIE “ è pronta…
ingredienti
1 pasta sfoglia tonda
1 mezzo bicchiere di marmellata di uva spina
30 g di mandorle a scaglie
4 grandi pere mature
1 manciata di fiori di gelsomino
succo di sambuco
2 cucchiai di miele alla lavanda
zucchero semolato
come fare…
- Zuccherare i fiori di gelsomino e lasciare asciugare per qualche ora. (vedi mio post delle violette zuccherate)
- Pennellare i fiori con miele diluito in acqua prima di passarli nello zucchero.
- Stendere dentro una tortiera di cm 24 la pasta sfoglia, sul fondo mettere la marmellata di uva spina e le mandorle a scaglie.
- Mettere 5 minuti in forno fino a quando la sfoglia non avrà preso il classico color caramello.
- Mettere in una casseruola 2 cucchiai di uva spina, il miele alla lavanda e una bustina di vanillina e diluire con succo di sambuco, sciogliere il tutto e unire le pere tagliate a fettine con la buccia.
- Cuocere per 10 minuti (a 2 minuti dalla fine aggiungere il rabarbaro).
- Togliere dal forno la torta e posizionare le pere e il rabarbaro precedentemente preparati sul fondo della tortiera.
- Spennellare la frutta con la marmellata di uva spina e spolverare con zucchero di canna, cuocereper 25 minuti a 5 minuti dalla fine togliere la torta dal forno e posizionare sopra i fiori di gelsomino precedentemente zuccherati, spolverare ancora i fiori con zucchero fine.
- Rimettere in forno per qualche minuto …voilà la pears pie è pronta
IL GELSOMINO NOTTURNO
Giovanni Pascoli
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolìo di stelle.
Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento…
È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
Curiosità
La poesia “Gelsomino notturno” fu composta da Giovanni Pascoli per le nozze dell’amico Raffaele Briganti e vi è raffigurato il tema dell’unione dei due sposi e del conseguente germogliare di una nuova vita. Nei versi è presente una metafora sessuale delicatissima. Il gelsomino notturno è fiore che si apre di notte e di giorno si chiude. Il simbolismo pascoliano si esprime nel rapporto tra il fiore e la donna, il fiore fecondato grazie alle farfalle notturne che ne trasportano il polline è metafora della donna resa madre nell’unione con il compagno.
L’elemento della narrazione è affidato a delle immagini e il poeta coglie il mistero che palpita nelle piccole cose della natura. Si accorge che la notte, quando tutto intorno è pace e silenzio, vi sono fiori che si aprono e farfalle che volano. Una vita inizia quando la vita consueta cessa. L’ora della vita notturna è anche un’ora di malinconia per il poeta che prova un senso di esclusione.
Il binomio vita e morte è evidente ai versi 1-2 (immagine dei fiori notturni e il ricordo dei familiari defunti), al verso 4 (farfalle crepuscolari simbolo sia di vita che di morte) al verso 12 (nascere dell’erba sulle fosse), al verso 23 (l’urna, elemento funerario, è metafora del ventre femminile, generatore di nuova vita).
e il mondo mi si rivela, colmo di bellezza…
Che, alle volte, scene dimenticate da molto tempo, apparentemente senza nessun movente, all’improvviso ci tornino alla memoria con molta vivacità, può, in molti casi, avvenire perché sentiamo un tenue profumo, percepito quasi inconsapevolmente, come allora. È noto, infatti, che gli odori risvegliano facilmente i ricordi, e dovunque al nexus idearum basta un’occasione sia pure assai insignificante.
ARTHUR SCHOPENHAUER, Parerga e Paralipomena
nonsolononna