La cucina ai tempi di DANTE…e Beatrice suo grande AMORE


 

Dove DANTE era di casa…

 2014-11-06 16.48.57

 Firenze ha quella che io definisco “Cucina Forte” ma, allo stesso modo ” Vivace” di sapore e di sostanza e dal punto di vista sperimentale e in continuo movimento..in evoluzione

Qualche esempio? in Via Ghibellina c’e il famoso Giorgio Pinchiorri, dove nacquero Michelangelo( il genio a 360 gradi e il grande esploratore Giovanni Verrazzano, almeno 1 volta nella vita dovreste assaporare i suoi Paccheri alla crema di ceci con polvere di cardamomo e ostriche fritte e per scegliere il vino da quella che viene definita ” La cantina più bella al mondo”.

e poi.. andiamo al Cibreo dove uno sformatino di ricott a piccante e un carciofo sott’olio diventano storie eterne.

All’Ora d’Aria ci si può deliziare con la sua “Pappardella al Ragù di finocchina con fondente di porri brasati al Chianti.

Al Santo Bevitore il massimo di degusta con i suoi “ Pici al colombaccio con fave di cacao“.

Poi immancabile fare un salto alla Bottega del Buon Caffê ex gastronomia dove puoi ancora trovare il vero pane Toscano cotto a legna  e il suo famoso Cappelletto di piccione burro e timo.

Alle Murate invece si mangiano ” Le Pappardelle al  al ragù d’Anatra come agli Uffizi sotto agli affreschi e con la presenza di Dante Alighieri di cui sono stati rinvenuti documenti, che aleggia nel locale.

 

 

 

Dante in cucina…

Nel periodo in cui Dante Alighieri visse a Firenze, verso la fine del XIII secolo, la città stava raggiungendo un ottimo tenore di vita civile e culturale. Il benessere economico aveva creato i presupposti per uno sviluppo della cittâ anche in senso artistico e culturale: Firenze divenne uno dei centri della cultura del secolo e vi troviamo studiosi e poeti che diedero vita al ” dolce stil novo”. Anche scultori e pittori e architetti giunsero nella città del giglio per iniziare opere d’arte uniche al mondo, che ancra oggi ammiriamo prima fra tutti Giotto.

Le donne fiorentine divennero famose non solo per la loro bellezza, ma anche per la loro eleganza, portavano abiti dai tessuti unici, si nitrecciavano i capelli con perle e reticelle dorate, e oltre a farsi bionde con un procedimento esclusivo, e a curare la pelle con creme particolari per averle bianchissime, prima di uscire spolveravano sul viso della finissima e impalpabile polvere d’oro che proveniva dalla limatura del prezioso metallo.

Anche la cucina…divenne più ricca e raffinata:  e lo zucchero di canna;dalla Sicilia arrivavano le mandorle, la frutta candita e lo zucchero di canna;dall’Oriente le profumatissime spezie. I meracti fiorentini ben organzzati, erano ricchi di prodotti, che ognii giorno arrivavano freschi dal “contadino”, in particolare ortaggi, pollame, uova e formaggi.

2014-11-06 17.55.052014-11-06 16.37.12

 

 Ricetta del…

Panpepato

quello ai tempi di Dante

(ripresa esattamente da un libro di cucina di quel periodo)

 


 ingredienti

400 gr di miele scuro

500 g di farina integrale

1 bustina di lievito da dolci

1/2 bicchiere di Vin Santo

100 gr di uvetta sultaniina

100 gr di datteri sgusciati e sminuzzati

40 gr di cedro candito a pezzetti

40 gr di mandorle tritate

1 cucchiaio di semi di coriandolo

1 cucchiaio di spezie miiste finemente tritate

(cannella, pepe, nooce mooscata, chiodi di garofano)

come fare:

  • Portare ad ebollizione il miele con 1/2 litro di acqua, i semi di coriandolo e e spezie
  • Metre a bagno l’uvetta nel Vin Santo.
  • Quindi impastare la farina e il lievito con l’acqua, il miele, l’uvetta, il vino, i datteri, le mandorle, e il; lavorare iltutto, finché non sia ben amalgamato.
  • Metterlo iin una teglia e passarlo nel forno caldo, cuocere per circa 40 minuti a 180°.

 

 

 

 

2014-11-06 16.36.282014-11-06 16.36.08

 

 

Cosa so su Dante…

 



Non sappiamo niente della sua data di nascita ma è dei gemelli lo dice lui stesso nel Paradiso(XXII 106-120)

La dolce donna dietro a lor mi pinse
con un sol cenno su per quella scala,
sì sua virtù la mia natura vinse;                102

né mai qua giù dove si monta e cala
naturalmente, fu sì ratto moto
ch’agguagliar si potesse a la mia ala.                105

S’io torni mai, lettore, a quel divoto
triunfo per lo quale io piango spesso
le mie peccata e ‘l petto mi percuoto,                108

tu non avresti in tanto tratto e messo
nel foco il dito, in quant’io vidi ‘l segno
che segue il Tauro e fui dentro da esso.                111

O gloriose stelle, o lume pregno
di gran virtù, dal quale io riconosco
tutto, qual che si sia, il mio ingegno,                114

con voi nasceva e s’ascondeva vosco
quelli ch’è padre d’ogne mortal vita,
quand’io senti’ di prima l’aere tosco;                117

e poi, quando mi fu grazia largita
d’entrar ne l’alta rota che vi gira,
la vostra region mi fu sortita.                120

 

A voi divotamente ora sospira
l’anima mia, per acquistar virtute
al passo forte che a sé la tira.                123

«Tu se’ sì presso a l’ultima salute»,
cominciò Beatrice, «che tu dei
aver le luci tue chiare e acute;                126

e però, prima che tu più t’inlei,
rimira in giù, e vedi quanto mondo
sotto li piedi già esser ti fei;                129

sì che ‘l tuo cor, quantunque può, giocondo
s’appresenti a la turba triunfante
che lieta vien per questo etera tondo».                132

Col viso ritornai per tutte quante
le sette spere, e vidi questo globo
tal, ch’io sorrisi del suo vil sembiante;                135

e quel consiglio per migliore approbo
che l’ha per meno; e chi ad altro pensa
chiamar si puote veramente probo.                138

Vidi la figlia di Latona incensa
sanza quell’ombra che mi fu cagione
per che già la credetti rara e densa.                141

L’aspetto del tuo nato, Iperione,
quivi sostenni, e vidi com’si move
circa e vicino a lui Maia e Dione.                144

Quindi m’apparve il temperar di Giove
tra ‘l padre e ‘l figlio: e quindi mi fu chiaro
il variar che fanno di lor dove;                147

e tutti e sette mi si dimostraro
quanto son grandi e quanto son veloci
e come sono in distante riparo.                150

L’aiuola che ci fa tanto feroci,
volgendom’io con li etterni Gemelli,
tutta m’apparve da’ colli a le foci;                153

poscia rivolsi li occhi a li occhi belli.

 

era dunque dei gemelli dunque nato tra Maggio e Giugno del 1265 da una famiglia fiorentina, lui non amava la borghesia emergente della sua città, forse ha frequentato l’università ma non ci sono documenti che l’attestano e dobbiamo fidarci deelle sue parole….Dalle sue opere si deduce che fu grande studioso di teologia, filosofia, fisica, astronomia, grammatica, e retorica. A 30 anni si è iscritto allârte dei medici e degli speziali, forse era medico? NO

pur tuttavia e soprattutto nell’inferno, il poeta sfoggia una certa conoscenza medica, descrivendo parti anatomiche e malattie.

 

Il suo Amore…

 

Quando si parla di Dante e inevitabile pensare a Beatrice…eppure aveva una mogie Gemma Donati, si sposarono a 12 anni su accordo prematrimoniale come si usava a quei tempi. Se di Gemma poco si sa, di Beatrice figura a metà tra la realtà e l’immaginazione poetica.

Secondo gli studiosi di Dante, lei era figlia di Folco Portinari e abitava poco distante dagli Alighieri, la vita della donna non è stata perô felice come la sua fama nella letteratura, morî gioovane, forsse di parto, il poeta la incontrô poche volte (così racconta nella Vita Nova) e forse i 2 non si parlarono mai.

Ma è stato di sicuro il suo ” Grande Amore”

 

 

“A ciascuno di voi è riservata una persona speciale. A volte, ve ne sono due o tre o anche quattro. Per ricongiungersi a voi, viaggiano attraverso gli oceani del tempo e gli spazi siderali. Vengono dall’altrove, dal cielo. Il vostro cuore le ha già accolte come parte di sé. Tra voi c’è un legame che attraversa i tempi dei tempi: non sarete mai soli.”
Brian Weiss

 

 

 

8 responses to this post.

  1. Posted by piccolaquaglia on 11/02/2018 at 20:45

    Il panpepato mi piace moltissimo, infatti quando vado da mia zia (a Firenze) le chiedo sempre di prenderne un po’ al forno vicino casa sua *-*

    Piace a 1 persona

    Rispondi

  2. Che grande personaggio….
    Un saluto

    Piace a 1 persona

    Rispondi

Lascia un commento

Viaggiare con Serendipità

/Se°ren°di°pi°tà/: la fortuna di fare felici scoperte per puro caso o trovare una cosa non cercata o imprevista, quando se ne stava cercando un'altra.

Chiavari EMOZIONI tra Caruggi e Portici

Da un'Emozione nasce un Disegno da un Disegno un'EMOZIONE

La mia pasticceria

"Non c'è nessun dolce che può accontentare il palato se non è raccontato."

Five things about my life

Lifestyle e altre cose belle

Nero di seppia

Mangiare è uno dei quattro scopi della vita, quali siano gli altri tre nessuno lo ha mai saputo.

CheTempoCheFame

Il meteo che non spaventa

lucialorenzon

"La mia diversitá é la mia forza,la mia debolezza,la mia dignitá."

Fun and Factz 4 U

Movies, Songs, Travel, Poetry, Games and Technical Guide

Lupetta above all

...i miei pensieri...

territori del '900

identità luoghi scritture del '900 toscano

worldphoto12

Una foto è per sempre

ladimoradelpensiero

La lettura é il viaggio di chi non puó prendere un treno. (Francis de Croisset)

Chaotic Shapes

Art and Lifestyle by Brandon Knoll

NZ

Online Zeitung

NONSOLONONNA

Amici di Ricette

America On Coffee

We’re just inviting you to take a timeout into the rhythmic ambiance of our breakfast, brunch and/or coffee selections. We are happy whenever you stop by.

Creando Idee

Idee e articoli per rendere meravigliosa la casa

Tauqir Ahmad

Cricketer, Student of Commerce, Blogger, i write what i feel. Twitter @tauqirsays