Archive for the ‘inverno’ Category

UN VERO DURO…trionfo sulle tavole Natalizie: ” IL TORRONE”


 

 

 

Il Torrone è da sempre il più dolce suggello a ogni pranzo di Natale che si rispetti.

Qualche settimana prima di Natale mi diletto in deliziose varianti da regalare agli amici:

ricoperto al cioccolato, al caffè, al pistacchio, si puo inzuppare nel liquore o intingere nello zabaione. 

 

 

La ricetta per prepararlo in casa:

 

classica ricetta tradizionale

 

Ingredienti

500 g di mandorle sgusciate

300 g di miele

300 g di zucchero

100g di arancia o cedro canditi

3 albumi di uovo

2 limoni

ostie larghe

come fare:

  • I recipienti classici di rame quelli da polenta sono i migliori<3
  • Tritate la frutta candita, pelate le mandorle(scottandole in acqua bollente) stendetele su una placca e mettetele in forno a tostare.
  • Versate il miele in un recipiente cuocetelo a bagnomaria per 1 ora e mezzo mescolandolo con un cucchiaio di legno.
  • Intanto mettete al fuoco in  una seconda casseruola lo zucchero e 100 g di acqua, e semppre mescolando, fatelo cuocere fino a quando avrà raggiunto il grado di cottura ” alla caramella”( lo si riconosce se mettendo un pò di zucchero nell’acqua, questo diventa secco  e si spezza come il vetro), da non confondere con il caramellato.
  • Appena lo zucchero sarà quasi cotto, montate a neve gli albumi, poi uniteli al miele; la massa si gonfierà e diverrà bianca e spumosa.
  • Dopo 5 minuti aggiungete lo zucchero cotto, quindi unite le mandorle, la frutta candita, la scorza grattugiata dei limoni e mescolate per amalgamare gli ingredienti.
  • Coprite con le ostie il fondo di una tortiera, versatevi il composto preparato, e copritelo con le altre ostie e mettete sopra al torrone un vassoio e un peso da lasciare mezz’ora.
  • Quindi capovolgere la tortiera su un tagliere e con un grosso coltello affilato tagliare a pezzi il torrone.

 

La storia vera…

Non possiamo parlare di torrone senza rivolgere il pensiero a Cremona la città che si vanta di avergli dato i natali.

In realtà  però…

pare che i veri inventori di questa prelibatezza, siano stati nientemeno che gli Arabi, come scrupolosamente riportato da Gherardo Cremonese che tra il 1100e il  1150 tradusse il volume ” De Medicinis et cibis simplicibus” di un certo ABDUL MUTARRIF, medico di Cordoba in Spagna.

Nel libro si elogiava le doti di un dolce arabo a base di miele e mandorle, detto” Turun”, da preparare mescolando a lungo gli ingredienti e cuocendo poi il tutto con estrema cautela. Se la storia è andata veramente così, probabile che a far arrivare il primo torrone a Cremona siano state le navi che risalivano il Po che, tra l’altro, trasportavano anche le mandorle, frutto più esotico che Padano.

Crocevia di traffici provenienti dal Nord -Europa e dal bacino del Mediterraneo, la città Lombarda era infatti fin dall’antichità un importante porto fluviale, e in quanto tale, il punto d’incontro tra diverse culture, anche gastronomiche. Ecco perchè è realistico pensare, che il torrone non sia nato qui, ma qui sia stato adottato, nobilitato, e poi diffuso nel resto dell’Italia.

 

Bene<3…pronto il torrone ecco un delizioso dessert Natalizio con l’ingrediente principale il “VERO DURO”

 

Ricetta Natalizia

Semifreddo al Torrone

per 8 persone

Ingredienti

5 tuorli uovo

2 cucchiai di spumante secco

100 g di fruttosio in polvere

3/4 di litro di panna fresca,

1/4 di litro di latte

200 g di torrone alle nocciole

130 g di nocciole tostate

cacao in polvere

preparazione 25 minuti

cottura 30 minuti

come fare

  • Tritate le nocciole nel robot e mettetene 100 g in infusione nel latte caldo, lasciate riposare per 2 o 3 ore.
  • Polverizzare nel robot anche il torrone.
  • Con 1 tuorlo , 1 cucchiaio di fruttosio e lo spumante, preparare uno zabaione, che cuocerete a bagnomaria  finchè diventa gonfio e spumoso.
  • Montate la panna e incorporatevi lo zabaione freddo e il torrone polverizzato.
  • Versate il composto in uno stampo rettangolare foderato con pellicola da cucina e ponete il recipiente in freezer per una notte.
  • Filtrate il latte, ontate 4 tuorli con il rimanente fruttosio, diluite con il latte e cuocete la crema a bagnomaria( senza mai farla bollire) fin quando vela il cucchiaio.
  • Sformate il semifreddo e tagliatelo a fette, nappate con la crema tiepida i piatti e sistemate al centro di ciascuno una fetta di semifreddo.
  • Spolvezzate co le rimanenti nocciole tritate e cacao in polvere.

 

Nacque nel 1441 come dessert di un banchetto di nozze…

La città di Cremona rivendica da sempre i natali del Torrone, e a sostegno della sua tesi, porta un’eccezionale testimonianza storica:

un documento che testimonia la presenza di questa delizia croccante e friabile fin dal 25 Ottobre del 1441 quando comparve per la prima volta in occasione del sontuoso banchetto per le nozze di Bianca Maria Visconti con Francesco Sforza.

Un matrimonio davvero da favola, i cui festeggiamenti sulla pazza principale della città, proseguirono ininterrotti per 3 giorni e 3 notti.

Per coronare degnamente l”avvenimento i pasticceri di corte erano stati incaricati dalla famigla Visconti di studiare un dolce che rappresentasse degnamente la città, portata in dote dalla giovane Bianca Maria al suo sposo. E pochi giorni prima della fatidica data, ebbero la geniale idea: quel dolce sarebbe stato un delicato dessert ottenuto dall’impasto di miele, mandorle e albume d’uovo montato a neve, che riproduceva idealmente la magnifica Torre che affianca la Cattedrale di Cremona, chiamata “Torrazzo” o “Torrione”.

E fù allora che in onore del campanile, già simbolo della città lombarda, il nuovo dolce venne battezzato appunto TORRONE

 

Scendere quelle scale
che portano al mare
giungere fino alla riva
toccare l’acqua
percepirne
l’inizio
che si allunga
verso e oltre
il nostro orizzonte.

Antonio De Simone

 

 

 

Questo è tempo
impazzito di passione
piacere e dolore
oggi
di noi senza ieri
Galleggio
allagata di nostalgia
testardamente
stupita
da un insensato desiderio

         

       

       

Con PERE e CORBEZZOLI “la Torta al Grano Saraceno” di NonsoloNonna… DELIZIA d’ AUTUNNO


 

 

” Il tuo ombelico è una conca a semiluna, non vi mancherà il vino miscelato. 
Il tuo grembo è un mucchio di grano contornato da gigli”

(Cantico dei Cantici)

 

Mai come quest’ anno, mi sono ritrovata tante pere e corbezzoli  in Autunno, ho soltanto 2 alberi… ma sono stati sufficenti per produrre un’ infinità di pere, grosse tenerone e tanto dolci…i corbezzoli rossi e dolci come ciliegie hanno aiutato la mia fantasia nelle torte di stagione… ecco che stamattina ho pensato di fare una gustosissima torta ricordandomi di  una vecchia ricetta contadina…

 

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La Torta al grano Saraceno si puo fare tutto l’anno anche con le pere più dolci di Fine Agosto…

 

                         

 

” Nostalgia di Tradizione”

quando cucinare non era perdere tempo, ma un momento del vivere, e il quaderno delle ricette di casa, un prezioso libro da scrivere…


La mia ricetta antica

 con le pere di “Villa Ceppeto”

” Torta leggera al grano saraceno “ con mandorle e le “mie” pere BIO

ingredienti

per 8 persone


75 g di farina di grano saraceno

75 g di farina di riso

75 g di mandorle pelate

75 g di zucchero(fruttosio)

2 uova

3 pere grosse e morbide

1 limone

200ml

di latte

1/2 bustina di lievito da dolci

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Cosa fare:

  • Grattugiate un cucchiaino di scorza del limone e spremete il succo.
  • Tritate grossolanamente le mandorle e mescolatele con 25 g di zucchero.
  • Battete per alcuni minuti,possibilmente con l’aiuto di fruste elettriche, le uova con lo zucchero rimasto e la scorza grattugiata.Aggiungete prima la farina di riso setacciata insieme al lievito e dopo la farina di grano saraceno.
  • Ammorbidite l’impasto con il latte e poi stenderlo in maniera uniforme sul fondo di una tortiera da 26 cm rivestita con carta da forno.
  • Pelate le pere,tagliatele a fettine piccole,bagnatele con poco succo di limone e distribuitele in maniera decorativa facendole in parte penetrare nella pasta.
  • Cospargete le mandorle allo zucchero e infornate a 180°C per 30 minuti circa.
  • Servitela una volta raffreddata.


  • I 5 PREGI DEL GRANO SARACENO
  1. Non contiene glutine,quindi è adatto per celiaci.
  2. Risulta molto facilmente digeribile.
  3. Rispetto al frumento ha il triplo di lisina,un aminoacido essenziale che rende più” nobili”le proteine in esso contenute.
  4. E’ricco di sali minerali in particolare doi magnesio.
  5. Importante è il livello di lecitina,sostanza utilissima nell’equilibrio dei grassi nel sangue

 

 

 

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Quando l’amore ti chiama, seguilo.

Anche attraverso le sue tante vie faticose e ripide.
E quando le tue ali ti avvolgono, abbandonati.
Non importa se la spada nascosta tra le sue piume può ferirti.
Credi in lui, sebbene la sua voce possa frantumare i sogni e strappare fiori
nel giardino della tua anima.

Quando l’amore ti chiama, seguilo.

Lui sa accarezzare i momenti più teneri, anche quando tremano al Sole.
Seguilo.
Ti accoglierà come il prato che fa crescere l’erba, come il cielo che fa bionde
le spighe, come la macina che fa candido il grano.

Quando l’amore ti chiama, seguilo.

Conoscerai tutti i segreti del tuo cuore, così come sarai padrone di ogni
frammento della vita.
Non aver mai paura dell’amore.
Entra nel suo mondo.
Vivi le stagioni del sorriso, come pure quelle del pianto.
Scoprirai che non sono amare le sue lacrime.

Quando l’amore ti chiama, seguilo.
E lasciati guidare.

Kahlil Gibran

 

commento dell’amico poeta

Enrico Garrou

Chi è questa che sorge come aurora,
Bella come la luna,
Radiante come il sole
E maestosa come schiera armata?
Che bello il cantico dei cantici. Tu sai creare questi paradisi perché tu sai amare la bellezza di questa terra, sai amare la poesia, i frutti e i sogni della natura, il piacere di creare sapori e profumi. Un pensiero grande.
GRAZIE Enrico ❤
anche i tuoi commenti sono poesia

Estate di San Martino ♥️ 3 giorni belli e un pochinino…qui in Toscana è arrivata ieri


San Martino

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar


tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,

nel vespero migrar.

G.Carducci

 

La nebbia sale, lasciando una lieve pioggia, verso i colli carichi di alberi spogli, mentre il mare è in tempesta, pieno di onde e di schiuma, sotto il vento Maestrale.Ma le vie del borgo sono in festa e fermenta il mosto nei tini, diffondendo un odore apro di vino in tutto il paese, che rallegra gli animi.Sulla brace accesa e scoppiettante gira poi lo spiedo mentre il cacciatore sta fermo sulla soglia di casa a guardarera le nuvole rosse al tramonto, uno stormo di uccelli neri che, come pensieri vagabondi, si allontanano verso la notte.

         

Be’ …se la vogliamo chiamare estate

 

Le Origini…

La leggenda narra che Martino, l’11 novembre si trovasse ad Amiens, in Gallia nel cammino di ritorno verso casa. Nel bel mezzo di una bufera incontrò un mendicante rattrappito dal freddo e con un moto di generosità gli offrì metà del suo mantello. Dopo pochi attimi la pioggia smise di cadere, il vento si placò ed un bel sole fuoriuscì a riscaldare la temperatura. Quindi la leggenda prevede che la breve interruzione di tre giorni della morsa del freddo, si ripeta ogni anno per commemorare il gesto magnanimo e generoso, visto che Martino quelle stessa notte ebbe in sogno Gesù, che ebbe parole di stima per il futuro santo, sostenendo che dietro il travestimento del mendicante vi era proprio lui.

 

Tradizionalmente in questi giorni vengono aperte le botti per il primo assaggio del vino novello, che di solito viene

abbinato alle prime castagne, da qui il motto:

“a San Martino ogni mosto diventa vino!”

 

La ricetta da abbinare al “Vino Novello” 

 

“Il Castagnaccio”

 

 

 

Ingredienti

300 gr di farina di castagne

1/2 l di acqua

4 cucchiai di olio di oliva

3o gr di pinoli

50 gr di uva sultanina

30 gr di gherigli di noce spezzettati

2 rametti di rosmarino

1 presa di sale 

1 cucchiaino di fruttosio

come fare

  • Setacciare la farina di castagne e aggiungere l’acqua, la presa di sale mescolare bene
  • Aggiungere i pinoli, l’uvetta precedentemente messa in acqua per ammorbidirla le noci sminuzzate e il fruttosio
  • Aggiungere 2 cucchiai di olio di oliva e 1 rametto di rosmarino
  • Mescolare molto bene e lasciare riposare x 20 minuti
  • Intanto ungere con 1 cucchiaio di olio di oliva una teglia bassa antiaderente di 24 cm di diametro
  • Versare il tutto nella teglia e alla fine aggiungere foglie di rosmarino e 1 cucchiaio di olio di oliva
  • Mettere in forno a 220°, precedentemente riscaldato per 35-40 minuti

 

 

 

ma siiii…che poi è arrivata…l’estate

 

 

AMORE e ancora AMORE…una serata tra AMICI, riflessioni, dolcetti e Vinsanto


Non ho tempo per odiare chi mi odia.. sono molto impegnato ad

amare chi mi ama..

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“Una Serata tra Amici”

riflessioni di Nonsolononna

bevanda glaciale calda

 45 anni… tempo di bilanci

” Mancano pochi giorni a San Valentino non avrò accanto nessuna con cui festeggiarlo. Da tanto tempo non accade e non…accadrà adesso che ho compiuto 45 anni. Eppure non voglio restare solo, e per reagire ho deciso di scrivere una,
” Lettera ad una sconosciuta”, è la prima che scrivo, mai prima di adesso ho scritto una lettera e mai ne ho ricevute, oggi ho deciso di rimediare scrivendo ad una lettrice senza nome”
 

“Lettera d’ Amore ad una sconosciuta” 

” Non ti conosco ma sei nel mio cuore come attesa, attesa d’amore.
Sapessi quanto ti ho cercata e quanto ti ho sognata.
Saprò riconoscerti quando verrai  e sarà possibile se mi aiuterai.
Ci restano ancora tanti anni da vivere insieme ed è con te che vorrei condividere la mia vita, nella gioia nel dolore, in salute in malattia…
Sarà una storia bellissima, vedrai.
Non ci lasceremo mai.
La mattina ci scopriremo vicini guardandoci negli occhi, con la testa sui cuscini, e quando saremo lontani ci penseremo a vicenda, dialogando in silenzio, condividendo la musica delle parole e il colore delle figure.
Aiutami ti prego a scoprirti ed ad Amarti.
Vieni accanto a me, stiamo vicini, mettiamo all’unisono il battito del nostro cuore, ora e per sempre Amore”.
mi chiedo…
Quante possibilità ci sono di incontrare una donna che condivida la sensibilità e il romanticismo del mio amico Pedro?
( cosa ne pensate?) 

*** 

Biscotti e Vinsanto

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Biscotti giganti di Avena e Uvetta

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ingredienti per circa 15 pezzi

180 g di farina integrale

60 g di farina di avena macinata fine

60 g di zucchero di canna

1 pizzico di sale

1 cucchiaio di lievito in polvere

2 cucchiai di olio di oliva

100 g di burro

60 g di uvetta

50 g di nocciole tostate e sminuzzate

1 uovo sbattuto

(se volete potete aggiunger anche 2 cucchiai di cioccolato amaro

con 4 gocce di estratto di vaniglia)

come fare:

  • Preriscaldare il forno a 190°.
  • Imburrate diverse placche.
  • Mettete farina, avena, zucchero, nocciole, vaniglia e cioccolato,sale e lievito in una ciotola e amalgamate bene
  • Incorporate il burro e olio, fino ad ottenere un impasto che si sbriciola.
  • Unite l’uvetta, poi l’uovo e mescolate finché il composto diventa morbido.
  • Stendetelo su una superficie infarinata formando uno strato spesso 3-4 mm
  • Ritagliate con un taglia biscotti anche smerlato ma grande di circa 6-7 cm e trasferite le rondelle sulle placche.
  • Impastate gli avanzi e ripetere l”operazione fino ad ottenere circa 15 biscotti.
  • Cuoceteli in forno per 15-20 minuti finché diventano color nocciola.

Intreccio d’amore al Vinsanto

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ingredienti circa 30 pezzi

250 g di farina

1 pizzico di sale

120 g di fruttosio

100 g di mandorle polverizzate

180 g di burro a pezzetti

2 cucchiai di olio di oliva

3 tuorli

1 bicchierino di Vinsanto

qualche goccia di essenza di mandorle.

sale rosa  grosso

 come fare:

  • Setacciate la farina e sale in una ciotola, mescolatevi zucchero e mandorle polverizzate
  • Formate una fontanella al centro.
  • Mettete burro, tuorli, olio do oliva, essenza di mandorle. vinsanto
  • Delicatamente con la punta delle dita impastare e incorporare gradualmente la farina e le mandorle polverizzate, fino ad ottenere una pasta morbida e omogenea.
  • Avvolgetela nella pellicola trasparente e mettete in frigo per 30 minuti.
  • Preriscaldare il forno a 180°C.
  • Dividete la pasta in pezzi grandi quanto una noce, formate dei rotolini sottili lunghi 12,intrecciateli.
  • Mettete l’intreccio ottenuto in nelle placche da forno non imburrate.
  • Cuocete in forno per 15 minuti, finché prendono leggermente colore, spolverizzare con sale grosso rosa.

” Cuori ai frutti della passione”

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Ingredienti per circa 20 pezzi

per la pasta:

120 g di burro

50 g di zucchero grezzo finissimo

1 uovo sbattuto

qualche goccia di essenza di vaniglia

220 g di farina semigrezza

30 g di farina gialla

1/2 cucchiaio di lievito in polvere

1 pizzico di sale

come fare:

  • Preriscaldare il forno a 180°, imburrate le placche da forno
  • In una terrina lavorare burro e zucchero finché diventano cremosi.
  • Unite l’uovo poco alla volta, l’essenza di vaniglia quindi, attraverso un setaccio, gli altri ingredienti, amalgamateli con un cucchiaio di legno, poi lavorateli a mano fino a ottenere una pasta morbida.
  • Stendetela su una superficie infarinata finché avrete una sfoglia spessa 3mm.
  • Ritagliate la pasta usando una forma a cuore.
  • Trasferite i cuori nelle placche e cuocete in forno per 15 minuti.

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per farcire:

60 g di burro

120 g di zucchero al velo setacciato

1 tuorlo

qualche goccia di essenza di vaniglia

come fare:

  • Tagliare i frutti della passione a metà e spolpateli con 1 cucchiaino.
  • Passate la polpa in un colino di nailon a trama fitta, facendo pressione con il dorso di un cucchiaio: otterrete circa 8 cucchiai di succo
  • Lavorate burro e zucchero al velo in una ciotola fino ad avere un composto cremoso.
  • Poi aggiungere il succo dei frutti poco alla volta, mescolando.
  • Farcire i cuoricini con questa crema formando dei piccoli sandwich.

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Ci siamo incontrati perché doveva succedere, e anche se…
non fosse stato quel giorno,
prima o poi ci saremmo sicuramente, incontrati da qualche altra parte…”
(Haruki Murakami, Norwegian Wood)

 

E’ arrivata …bianca come la mia Clam Chowder del New England, sapore di Maine… Vacanze 2015


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E’ arrivata bianca e soffice,

come la mia Clam Chowder del New England…

ricordando le mie vacanze invernali 2015 nel  Maine…


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18 Gennaio 2017… VOGLIA DI… Clam Chowder 

 

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Clam Chowder del New England...

comunissima zuppa servita in qualsiasi luogo di ristorazione in questa regione

 700 g di clams (vongole grandi)

3 tazze di acqua

4 strisce di bacon (pancetta affumicata)

1 cipolla media

3 cucchiai di farina

3 patate medie

1 cucchiaio di timo

1 cucchiaio di prezzemolo tritato

1 tazza di panna da cucina

 

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2014-12-24 16.07.52

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

come fare:

  •  Fare aprire in acqua calda per 10 minuti le vongole, filtrare in modo che la sabbia rimanga nel filtro.
  • Lasciare da parte il brodetto di vongole
  • Togliere dal guscio la vongola.
  • Rosolare la pancetta con la cipolla.
  • Mettere la farina nel brodetto di vongole, le patate tagliate a pezzetti piccoli, il timo, e girare sul fuoco per 10 minuti.
  • Aggiungere per ultimo le vongole,  il sale, il pepe e la panna
  • Far cucinare ancora per 5 minuti, fino a quando tutti gli ingredienti non sono perfettamente amalgamati .
  • Servire calda, accompagnata da piccoli crackers.

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Quest’anno passero’ il mio Capodanno  nel Maine a pochi chilometri da Boston, un Capodanno a fish e rum…si anche qui il rum viene messo in vari dolcetti e cocktail e spesso aggiunto alle pietanze.

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Mi trovo vicino a Portland, in questo periodo in inverno c’è sempre neve altissima, adesso ci sono giornate meravigliose di sole, e molto piacevole passeggiare e visitare luoghi dal fascino particolare, oceano, spiagge e boschi si uniscono in modo naturale e mi avvolgono in un abbraccio unico, mi sento a contatto con la natura  in ogni momento della mia giornata… bellissimo!

primo delizioso…

 

  Linguine rustiche all’Aragosta e Carciofi

  • Mondate 4 carciofi, tagliateli a spicchietti e cuoceteli in una casseruola con 1 filo di olio e poca acqua. spezzettate la polpa di aragosta, controllare che non ci sia traccia di gusci.
  • Unite  il prezzemolo tritato e 1 noce di burro
  • Cuocete le linguine, scolatele al dente, e passateli a fuoco basso nella casseruola dove avete preparato il sugo di aragosta e carciofi.

 

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un gustosissimo secondo

 

Lobster roll …questo è in assoluto il roll piu’ famoso in questa zona

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  • Semplicissimo da preparare, ottimo come antipasto, ma anche come 2° piatto, adattissimo per buffet, si puo’ preparare prima.
  • Tagliare a meta 2 panini al latte- dolci,  piccoli  mettere alla base due foglie di indivia.
  • Sminuzzare a pezzettoni l’aragosta e farcire con maionese, (fatta in casa), timo e qualche goccia di lime, profumare con pepe meglio se Sichuan. 

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per concludere un dolcetto

“Cranberry- orange scones” al rum

Tradizionalmente vengono fatti con uvetta e la mia ricetta è:

con ribes rosso essiccato, aggiungendo scorza di arancia, rum, e succo di limone.

2 tazze di farina piu un poca per il piano di lavoro

1 cucchiaio di lievito

1/2 cucchiaio di bicarbonato di sodio

1/4  di cucchiaino di sale

3 cucchiai di zucchero

1 cucchiaio di scorza di arancia

8 cucchiai di burro ammorbidito ma freddo

1/2 tazza di panna

1 tazza di ribes rosso essiccato

3 cucchiai di rum.

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Come fare:

  • Preriscaldare il forno a 200°
  • In una larga ciotola, mettere farina, lievito, bicarbonato di sodio, sale, 2 cucchiai di zucchero, e scorza di arancia.
  • Mettere il burro tiepido nel composto, la panna, il ribes rosso, e per ultimo il rum, mescolare bene per qualche minuto.
  • Girare l’impasto su una superficie leggermente infarinata
  • Impastare 5-6 minuti.
  • Tagliare a cerchio di cm 8 e tagliare 8 spicchi
  • Piegare a metà e modellare a punta come un alberello
  • Spazzolare la teglia da forno con latte e cospargere con zucchero di canna
  • Cuocere per 15 minuti, fino a doratura.

 

 

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Augurissimi ancora a tutti!

per uno splendido 2017

E’ questo il mio augurio per il 2017:  riempiamo il nostro tempo con onde gentili che creino un flusso benefico, e che possiamo avere il coraggio di prendere impegni e di lasciare andare paure, speriamo anche  in un futuro di abbondanza e di gioia, lontani da immagini di povertà e di paura. 

Io, da mamma e da figlia, vi dico: siate coraggiosi, siate gentili!

 innamoratevi di qualcosa o di qualcuno ogni giorno

 

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Scopro nei ricordi

Scopro nei ricordi
esistenze di noi
fra anime assorte.
Sguardi e carezze
desiderate da tempo.
Dove il sentimento
diventato magia
ci trasporta.
Calore di giorni
sempre verdi che
giacciono nei nostri
cuori.

marinaoddone.wordpress.com

CURCUMA…l’ORO dei re magi & le mie “salutari”ricette Natalizie


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Particolare dell’Adorazione dei Magi…un dipinto del Perugino

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Ero a Firenze  il 5 gennaio dello scorso Anno, ospite ad un party natalizio organizzato da un famoso  cardiologo che aveva operato a N.Y  al Mount Sinai Hospital; gli chiesi cosa volesse nella calza della befana! «Un po’ di curcuma» mi rispose. Dopo avermi fatto leggere decine di lavori sull’utilità del curry in cardiologia, capii che non scherzava affatto. E mi raccontò le origini di questa radice (con cui adesso si prepara il curry) sostenendo che l’oro portato in dono al Bambin Gesù dai Re Magi non fosse il vile metallo bensì la polvere di curcuma dall’intenso colore giallo oro, già da allora mescolata a pani e focacce per dare sì sapore ma anche (visto il suo forte potere antibatterico) per combattere le mille infezioni possibili nei paesi caldi.

 

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adorazione dei MAGI del Perugino

CURCUMA…la PREZIOSA PIANTA

nel giardino di Nonsolononna

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La mia ricetta natalizia …Biscotti alla Curcuma

ricetta

Cuori, angeli & C

ai Pistacchi e Curcuma

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ingredienti per 60 pezzi

40 g di burro

80 g di fruttosio

1 uovo bio

la scorza di 1/2 arancia bio

100 g di pistacchi non salati, sgusciati e tritati

150 g di farina di kamut bio

glassa reale “fatta in casa”

(vedi ric. nel BLOG)

2 piccoli cucchiaini di curcuma

3 cucchiai di pistacchi sgusciati non salati

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preparazione

biscotti & decori

  • In una terrina ammorbidire il burro.
  • Unire  fruttosio, uovo e scorza di arancia e amalgamare fino ad ottenere un composto omogeneo e chiaro.
  • Unire i pistacchi tritati finemente, la farina, il curcuma e formare rapidamente una palla di impasto, appiattirla leggermente.
  • Coprirla e metterla in frigo per 2 ore.
  • Su un ripiano spolverato con un po’ di farina, stendere poco per volta l’impasto a uno spessore di 7 mm circa.
  • Con i vari disegni di stampini natalizi tagliare l’impasto steso e disporre i biscotti su una placca foderata con carta da forno
  • Cuocere in forno per 8 minuti nella parte centrale preriscaldato a 180 gradi.
  • Sfornare e trasferire con la carta da forno su una griglia e lasciar raffreddare.
  • Preparare la glassa reale con curcuma (vedi ricetta nel blog).
  • Intingere o biscotti nella glassa.
  • Cospargere con i pistacchi e far raffreddare

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e poi ancora curiosità:

 

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Ma anche gli altri doni dei Magi, oltre ad un forte valore simbolico, avevano una grande utilità nella vita comune.
La mirra è una resina profumata estratta dalla Commyphora, usata nella vita quotidiana come disinfettante e profumo. In campo medico veniva usata come anestetico: mirrato era il vino che il soldato romano offrì a Cristo sulla Croce per alleviarne le sofferenze. A duemila anni di distanza un lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature ci dice che la mirra ha, in effetti, gli stessi meccanismi di azione della morfina. E questo spiega perché sotto l’imperatore Augusto in ogni campo di battaglia, sui carri-ambulanza era obbligatorio avere la mirra.
Ancora più utile l’incenso, conosciuto per il suo uso in campo liturgico. Ma la pianta dell’incenso (Boswellia) ha ben altri meriti: i suoi componenti hanno proprietà antinfiammatorie, e, infatti, la boswellia viene comunemente usata nella moderna fitoterapia per la cura di artrite, artrosi, ma anche patologie più gravi quali ad esempio la colite ulcerosa.

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La curcuma …è l’antinfiammatorio naturale più potente fra quelli individuati finora.

La curcuma va mescolata al pepe nero e diluita nell’olio di oliva per fare in modo che possa esprimere al meglio i suoi effetti.

 

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Curcuma:

  1. La curcuma protegge il fegato dai danni provocati da tossici ambientali e alimentari e da microrganismi patogeni.
  2. Stimola anche la produzione di bile, migliorando quindi la digestione dei pasti, le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti in particolare di quelli abbondanti e ricchi di grassi.
  3. Recenti studi ne hanno accertato scientificamente le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti

 

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e poi ancora:

una ricetta salutare

CURRY DI VERDURE E ANANAS

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 ingredienti

400 g di patate dolci
1 cipolla
200 g di sedano
1 ananas
1 cucchiaio d’olio d’arachidi
2 cucchiai di curry rosso in pasta
5 dl di latte di cocco
1 cucchiaio di salsa di soia

preparazione:

  • Pelate le patate dolci, tagliatele in quattro e poi a bocconi.
  • Cuocetele al vapore. Tritate la cipolla. Tagliate a pezzi il sedano e l’ananas.
  • Scaldate l’olio in un wock o in una padella ampia.
  • Rosolatevi il curry in pasta.
  • Soffriggetevi brevemente la cipolla e il sedano
  • Aggiungete il latte di cocco e fate cuocere il curry a fuoco lento per ca. 30 minuti.
  • Unite l’ananas e le patate dolci.
  • Insaporite il curry di verdure con la salsa di soia.

.

E quando amiamo, siamo felici senza un perché.. 

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la vita è fatta sì di impegno e cose serie e costruttive, ma anche di doni, di magia, di polvere di stelle…e noi siamo esseri che de-siderano: desiderare, etimologicamente, significa cercare di

prendere dalle stelle.

 

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Auguri dolcissimi a tutti!

 

 

 

L’OLIO” NOVO”: Elisir di lunga vita & Dono Divino…la mia ricetta “primo sapore”


Dove argilla magra e ghiaia nei campi spinosi,

siano allietati dal bosco di Pallade, dagli olivi longevi”.

 

 

così scriveva Virgilio nel secondo libro delle Georgiche, testimoniando come già questa pianta fosse antica al suo tempo. 

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…pecula bina novo spumantia lacte quot annis

craterasque duo statuam tibi pinguis olivi…

…ogni anno ti donerò latte spumeggiante 

e due otri di buon olio di oliva

(Virgilio)

 

Da Omero desumiamo che al suo tempo erano presenti molte piantagioni d’ulivo nell’aria Mediterranea dal poeta greco Lisia ci è giunta la splendida orazione del 396 a.C. intitolata

” per l’ulivo sacro” 

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Le origini dell’olio d’oliva

Secondo antiche leggende che ad ogni evento riuscivano a dare spiegazioni magiche e divine, l’ulivo fu creato da Atena dea della guerra e della saggezza, la leggenda narra che: Zeus stabilì che la terra sarebbe stata donata a chi tra gli dei avesse presentato il dono più utile all’umanità. Poseidone scagliando il tridente contro una roccia, fece sgorgare acqua di mare, a significare il suo gesto il potere sul mare degli Ateniesi. Atena invece percosse la terra ordinandole di produrre un albero nuovo e meraviglioso e all’istante nacque l’ulivo. Zeus affermò che miracolo più utile non si sarebbe potuto immaginare e diede il nome di Atena alla città di Atene, decretando la Dea vincitrice…Nell’Odissea fu proprio la dea a offrire ad Ulisse una fiala di olio di oliva, che le ridonò vigore e bellezza.

il mito e affascinante, ma non giusto nei confronti di altre zone dell’Asia Minore dove l’ulivo apparve spontaneamente prima che in Grecia nell’altopiano Iraniano, la Siria e la Palestina sono infatti le terre originarie di questo albero.

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Numerosi reperti archeologici ci parlano dell’ulivo, datandone la presenza a 3000 anni prima di Cristo. Dalle zone originarie dell’Asia la pianta si propagò successivamente in Egitto, nelle Isole Greche, Rodi, Creta.

Un po’ di storia…

Una promessa divina…

Adamo, a più di 900 anni e sentendosi ormai prossimo alla fine, si ricordo le parole divine della cacciata dal paradiso terrestre: Dio gli aveva promesso il perdono e l’olio di misericordia. Perché la promessa potesse realizzarsi, Adamo inviò in Paradiso uno dei propri figli, che ritornò con 3 semi donatigli da Dio e prelevati dall’Albero del bene e del Male. Da questi 3 semi nacquero sul Monte Tabor, tre alberi: il cedro, il cipresso e l’olivo.

Per gli antichi era un dono divino…

Alcune fonti fanno risalire l’uso dell’olio già in età preistorica, ai tempi dell’Homo erectus: nel Nord dell’Africa sono state scoperte alcune pitture rupestri raffiguranti degli uomini che sfoggiano sul capo ramoscelli d’ulivo.

 Per gli egizi fu la dea Iside a rivelare le proprietà dell’olivo agli uomini e a insegnargli l’arte di fare l’olio.

esportato nell’impero…

L’olio era coltivato anche dagli Etruschi, ma furono i Romani che lo esportarono in tutte le aree dell’Impero ( Francia, Spagna, Portogallo) e che ne perfezionarono la lavorazione e il commercio. Pare che sotto il regno di Costantino (IV secolo d.C) a Roma esistevano circa 2300 distributori che fornivano ai cittadini l’olio per cucinare ma anche per i massaggi ma anche la cura del corpo alle terme.

La cultura dell’olio fu però messa a dura prova dalle invasioni dei barbari, estimatori del burro: dopo la caduta dell’impero romano furono i Benedettini che salvarono la tradizione continuando a produrre l’olio nei monasteri fino al Rinascimento, quando la coltivazione raggiunse il suo massimo sviluppo.

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OLIO NOVELLO…il primo sapore

Come il vino, anche l’extra vergine di oliva, celebra a novembre, il nuovo raccolto con l”olio novello…l”olio novello è semplicemente un extravergine frutto della spremitura delle prime olive maturate. Generalmente viene presentato non filtrato e quindi dall’aspetto ” velato” va consumato preferibilmente nell’arco di qualche mese, così da poterne apprezzare al meglio le componenti del gusto ” dell’olio appena franto”, il fruttato, il piccante e l’amaro.

 

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Ricetta

Ravioli di Ribollita e Pecorino

“all’olio novo”

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ingredienti

pasta all’uovo ” fatta in casa”

(farina 400 gr, 4 uova, sale, olio extra vergine di oliva)

ribollita

(zuppa fondamentalmente a base di cavolo nero e fagioli cannellini)

pane raffermo toscano

pecorino di Pienza stagionato

farina di semola

olio extra vergine di oliva

timo, rosmarino e salvia

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come si preparano:

  • Iniziare preparando la pasta: fare la fontana con la farina, al centro rompervi le uova, mettere i sale e l”olio
  • Impastare bene il tutto e lasciare riposare almeno un’ora.
  • In una padella mettere delle fetta di pane toscano raffermo con ‘olio e fare ammorbidire mescolandole insieme alla zuppa precedentemente preparata.
  • Aggiungere l’olio precedentemente aromatizzato con rosmarino, timo e salvia. Fare freddare
  • Mentre la zuppa si fredda, stendere la pasta all’uovo in una striscia lunga e sottile, inumidire con un pennello la superficie della sfoglia e con un tagliapasta premere leggermente sulla sfoglia in modo tale da lasciare l’impronta.
  • Al centro dell’impronta depositare con un cucchiaino un poca di zuppa fredda e sopra il pecorino tagliato in piccoli cubetti.
  • Posare sopra l’altra sfoglia e fare aderire benne.
  • Con il tagliapasta ritagliare i ravioli e disporli su di un vassoio spolverizzato con la farina di semola (per non fare attaccare i ravioli).
  • Cuocere i ravioli in acqua bollente e salata facendo sciogliere il pecorino all’interno.
  • Servire caldi con olio tiepido aromatizzato con salvia e aggiungere una spolverata di pecorino e pepe nero

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l’Ulivo albero immortale

Ulivi Famosi…

 

 

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Ulivo di Ulisse

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Ulivo di Platone

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Ulivo della strega Magliano

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3 Ulivi Giardino Getsemani

Come oro contro il cancro…

Un recente studio del Karolinska Istitute di Stoccolma ha rivelato come l’olio extra vergine di oliva possa agire a livello genetico possa tutelare  chi ne fa uso dal cancro al colon-retto, Adeguate quantità di olio extra vergine di oliva nell’alimentazione riducono le alterazioni genetiche legate a ciò che si mangia, prevenendo la diffusione dei tumori e di altre patologie diffuse come obesità e diabete.

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Le  proprietà dell’Olio extravergine di oliva…

Un po’ di olio di oliva purché extra vergine, e via la ruggine dal cervello…che perciò rimane vispo e lucido fino a tarda età. Bastano 3 cucchiai al giorno corrispondente a circa 30 gr (270 calorie)per contrastare l’azione deleteria dei radicali liberi molecole che ossidano le cellule comprese quelle celebrali insomma le fanno arrugginire. L’olio extra vergine contiene infatti una percentuale dal 65-85% di acido oleico, un grasso monoinsaturo, ed è ricco di sostanze, come i tocoferoli, (o vitamina E) e i polifenoli che hanno azione antiossidante. Ma l’olio extravergine non salva solo la testa dalle ingiurie degli anni, ma protegge anche il resto del corpo dato che i radicali liberi minano la salute di tutte le cellule. Il nostro organismo sintetizza da solo l’acido oleico” ma per ottenere dei benefici è opportuno aumentare i livelli assumendolo con gli alimenti: la sua azine energetica e di costruzione dei tessuti può così esplicarsi alla grande”.

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Accanto al frusciare
del cereale, tra le onde del vento sull’avena,
l’ulivo
dal volume argentato,
stirpe austera, nel suo ritorto cuore terrestre:
le gracili ulive
lucidate dalle dita che fecero la colomba
e la chiocciola marina:
verdi, innumerevoli, purissimi picciuoli
della natura, e lì negli assolati
uliveti, dove
soltanto cielo azzurro con cicale e terra dura
esistono, 
il prodigio, la capsula perfetta
dell’uliva che riempie
il fogliame con le sue costellazioni:
più tardi i recipienti, il miracolo,
l’olio.
Io amo le patrie dell’olio, gli uliveti
di Chacabuco in Cile, al mattino
le piume di platino
forestali contro la rugosa cordigliera,
ad Anacapri, là su, nella luce tirrena,
la disperazione degli ulivi,
e nella carta d’Europa,
la Spagna,
cesta nera di olive
spolverata di fiori d’arancio
come da una ventata marina.
Olio,
recondita e suprema condizione della pentola,
piedistallo di pernici, chiave celeste della maionese,
delicato e saporito sulle lattughe
e soprannaturale nell’inferno
degli arcivescovili pesciprete.
Olio,
nella nostra voce, nel nostro coro,
con intima mitezza possente
 tu canti:
sei lingua castigliana:
ci sono sillabe di olio, ci sono parole
utili e profumate
come la tua fragrante materia.
Non soltanto il vino canta, anche l’olio canta,
vive in noi con la sua luce matura
e tra i beni della terra io seleziono,
olio,
la tua inesauribile pace,
la tua essenza verde,
il tuo ricolmo tesoro che discende
dalle sorgenti dell’ulivo.

Pablo Neruda

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IO ❤ TE e…il NOSTRO olio

” LA MELAGRANA” frutto magico, elisir d’amore…arte e ricette


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Anche quest’Anno il mio MELOGRANO è stato molto”GENEROSO”<3

Natale della tradizione… decorazioni, simboli e leggende…


 

Atmosfera e decori improvvisati in ogni angolo della casa…

 

In questi giorni dell’Anno si usa appendere alla porta di casa una ghirlanda,

come simbolo di benvenuto e di buon auspicio per gli ospiti che varcano la soglia.

 

 

” La corona del bosco”

Le decorazioni che preferisco sono quelle naturali, se…con un po’ di fantasia, utilizziamo frutti e piante spontanee, del nostro giardino, tutta la casa con addobbi naturali avrà un’atmosfera particolare, per fare questo basta una passeggiata  nel bosco …e come per magia la casa si riempirà  di colori e profumi invernali.

 

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Centrotavola, con le pigne essiccate o appena cadute dall’albero, le pigne secche si aprono creando spazi dove è possibile inserire rametti di pino, bacche, fiori di arbusti invernali, e tutto ciò che più vi piace, l’effetto e gradevole e naturale, volendo potete anche dipingerle color oro.

Centrotavola al naturale…

 

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Il portacandele è realizzato con pigne ancora chiuse appena raccolte, tagliate alla base per avere un appoggio stabile, svuotare quel tanto che basta per poter inserire la candela, fissatela facendo colare sulla sommità un po’ di cera calda, alla quale appoggerete subito la candela, tenendola ben dritta.

Come centrotavola cosa c’è più di semplice e naturale, del vischio e antichi pizzi della nonna quelli più preziosi “fatti a mano” con infinita pazienza, regalano alla tavola la raffinata eleganza di un tempo, i “fiocchi di neve” del centrotavola devono essere prima inamidati e poi applicati a lucine bianche e ancora vischio come portafortuna. Anche per la tovaglia aprite il vecchio baule della nonna con piatti bianchi e posate d’argento e bicchieri in cristallo  style retrò… la tavola di Natale e pronta.

I segnaposto sulla tavola di Natale di Nonsolononna…

 

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ingredienti

400 gr di lamponi,

5 albumi,

250 gr di zucchero a velo

50 g di panna

 1 limone

per guarnire zuccherini di varie forme

a cuoricino a pallina a fiorellino

come fare:

  • Lavare bene i lamponi in acqua acidula ghiacciata.
  • Dopo averle sgocciolate bene, passarle al setaccio di crine. Battere a neve ben ferma i bianchi d’uovo, poi unire delicatamente la purea di fragoline ai bianchi d’uovo ed alla panna.
  • Aggiungere anche lo zucchero,quindi preparare gli stampini di cioccolato qualche giorno prima e lasciarli solidificare benissimo.
  • Decorare con le varie forme di zuccherini.

 

“La corona del giardino”

Le bacche dell’agrifoglio sotto perfette per questo tipo di corona, aggiungere poi la rosa canina, mettere poi ramoscelli secchi che prima avrete dipinto di bianco,e per ultimo foglie verdi striate di giallo, che io ho trovato nella mia siepe in giardino.

 

Oppure ancora vischio con bacche di rosa canina, melagrane e fiorellini bianchi selvatici, o soltanto fresie bianche.

 

Al centrotavola decorativo potete così aggiungere le vostre 4 candele rosse…

Una torta naturale…e solo decorativa e perfettamente in tema. Sulla base di oasis inumidita, distribuite nella parte bassa piccoli mazzetti di bacche nere, dopo salendo bacche di rosa canina, mentre la zona superiore e formata da diversi giri di peperoncini tondi e a punta il tutto appoggiato su un sotto piatto in latta oppure se preferite di vetro, per apparecchiare potete poi usare sottopiatti di vetro con bordo metallico.

” Il centrotavola spiritoso”

 

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Curiosità

Nella tradizione nordica si prevede che in attesa al Natale, le 4 domeniche precedenti ci si prepari all’avvento, alla nascita i Gesù, con un periodo di raccoglimento e di preghiera. Domenica dopo domenica si accendono, una dopo l”altra, 4 candele posizionandole su una corona. La posizione delle candele corrisponde idealmente ai punti cardinali perchè tutti gli uomini della terra possono vederne la luce e prepararsi ad accogliere Gesù

 

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Il vischio come porta fortuna appeso al trave in legno,

 la tradizione vuole

 ” un bacio sotto il vischio”

 

                     Buon Natale 2015

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non insieme…ma comunque molto molto  VICINI…

e tu sei felice <3<3<3

 

NATALE: storia, leggende, simboli e tradizioni post 1…L’Albero di Natale


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L’ABETE DI NATALE

Chi abita sull’abete

tra i doni e le comete?

C’ è un Babbo Natale

alto quanto un ditale.

Ci sono i sette nani,

gli indiani, i marziani.

Ci ha fatto il suo nido

perfino Mignolino.

C’è posto per tutti,

per tutti c’è un lumino

e tanta pace per chi la vuole

per chi da che la pace

scalda anche più del sole

Gianni Rodari

 

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Gli esperti in argomento onirico affermano che sognare di attraversare una foresta di abeti sia un indiscutibile portafortuna!

 

L’Albero di Natale ha una tradizione antica…

che viene fatta risalire alle popolazioni germaniche, in particolare ai Teutoni, che celebravano il solstizio d’inverno recandosi nel bosco e recidendo un’abete come rito propiziatorio. Portato in casa veniva addobbato con ghirlande e dolci.

L’ immagine dell’albero sempreverde, come simbolo del rinnovarsi della vita è un tradizionale tema pagano, presente sia nel mondo antico che medievale e probabilmente in seguito assimilato dal Cristianesimo.

Prima dell’apparizione ufficiale dell’albero di Natale, però, esisteva un ” gioco religioso” medievale celebrato proprio in Germania il 24 Dicembre, 

il ” Gioco di Adamo ed Eva” in cui venivano riempite le piazze e le chiese di alberi di frutta e simboli dell’abbondanza per ricreare l’immagine del Paradiso.

Ma l’usanza vera e propria dell’Albero di Natale entrò nelle case tedesche nel XVII ed agli inizi del secolo successivo era già pratica comune in tutte le città della Renania. L’uso di candele per addobbare i rami dell’albero è attestato già nel XVIII secolo. Per molto tempo questa trazione dell’albero di Natale rimase tipica di queste regioni.

Furono gli ufficiali Prussiani, dopo il congresso di Vienna, a contribuire alla sua diffusione negli anni successivi, ancora oggi questa tradizione è sentita in modo particolare nell’Europa di lingua tedesca.

Curiosità

Il significato simbolico  che si attribuisce all’abete nel linguaggio dei fiori e delle piante, è 

elevazione e ispirazione“.

Unendo un ramoscello di abete ad un bouquet o una composizione, rivelerete un sentimento intenso,

ben radicato e altamente spirituale.

 

 

 

6 Dicembre San Nicolao…

E’ accompagnato dal suo fido aiutante, lo Schmutzli …

 

NORVEGIA4

 

Migliaia di San Nicolao con guance rosse e con la barba bianca, si metteranno in marcia verso villaggi e città. In quasi tutti i paesi Europei San Nicolao arriva il 6 Dicembre, il presunto giorno di morte del vescovo di Myra. Nel XI secolo il caritatevole uomo di chiesa aveva donato viveri a bambini bisognosi, in seguito attorno alla sua figura si sono sviluppate diverse tradizioni che variano da paese e paese, da zona a zona.

Villa_Ceppeto_23_Gennaio_2005 (7) - Copia

Neve in Toscana…

Come ogni Anno eccoci qua in trepida attesa di San Nicolao… tornerà anche quest’anno tra qualche giorno arriverà, con noci, mandarini e una montagna di biscottini…starà facendo gli ultimi preparativi, sfornerà gli ultimi biscotti di pan di spezie, metterà nel sacco tante cose golose non si dimenticherà certamente l’ometto di pasta lievitata, anche nella cucina di NonsoloNonna é già pronto, appena sfornato  e dorato e tutto profumato, ultimo tocco granelli di zucchero bianchi e sale rosa… avvolto nella sua sciarpa rossa !

Ricetta

ometto di pasta alla vanifglia

Ometti di Pasta Lievitata

ingredienti per 2 omini di pasta grandi

160 g di burro morbido

1 kg di farina bianca

1 cucchiaio di sale

4 cucchiaii di zucchero

5,5 dl di latte

2 uovo

40 g di lievito

mandorle intere pelate

zucchero in granella per la decorazione

2 tuorli per spennellare

 

2014-12-03 13.47.322015-12-01 18.22.172014-12-06 15.28.25 2015-12-01 18.26.242014-12-02 11.12.142015-12-01 18.26.31
come fare:
  1. Tagliare il burro a pezzi e metterlo in una scodella con la farina, il sale e lo zucchero. Mescolare il latte con le uova e il lievito e versare nella scodella. Impastare tutto a mano o nel robot da cucina con l’apposito gancio finchè la pasta si compatta(l’impasto risulta abbastanza umido).Formare una palla, coprire e lasciare lievitare a temperatura ambiente per circa 1 ora. Impastare e mettere la massa in frigo coperta per 30 minuti. per 35-40 minuti
  2. Scaldare il forno a 200° C (aria calda). Dimezzare la massa e formare 2 ometti e decorarli a piacere con mandorle, uvetta, rametti di nocciolo come scopa . Adagiarli su 2 teglie rivestite con carta da forno. Lasciare riposare per circa 15 minuti. Spennellare gli ometti di pasta con il tuorlo e cospargere a piacere con lo zucchero in granelli. Cuocere per 35-40 minuti. Prova cottura…se battendo sulla parte inferiore del pane, questi suona vuoto, gli ometti di pasta sono cotti. Lasciare raffreddare su una griglia.
 
2014-12-02 11.13.592014-12-06 13.05.162014-12-03 13.46.422015-12-01 18.27.12        siena natale2014-12-02 11.17.45 2014-12-03 13.44.34siena natale nevetoscana
 
Lugano, Como, Siena, Firenze, Monte San Savino… 8 dicembre 2015 

 

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