Archive for the ‘ricette natalizie’ Category

UN VERO DURO…trionfo sulle tavole Natalizie: ” IL TORRONE”


 

 

 

Il Torrone è da sempre il più dolce suggello a ogni pranzo di Natale che si rispetti.

Qualche settimana prima di Natale mi diletto in deliziose varianti da regalare agli amici:

ricoperto al cioccolato, al caffè, al pistacchio, si puo inzuppare nel liquore o intingere nello zabaione. 

 

 

La ricetta per prepararlo in casa:

 

classica ricetta tradizionale

 

Ingredienti

500 g di mandorle sgusciate

300 g di miele

300 g di zucchero

100g di arancia o cedro canditi

3 albumi di uovo

2 limoni

ostie larghe

come fare:

  • I recipienti classici di rame quelli da polenta sono i migliori<3
  • Tritate la frutta candita, pelate le mandorle(scottandole in acqua bollente) stendetele su una placca e mettetele in forno a tostare.
  • Versate il miele in un recipiente cuocetelo a bagnomaria per 1 ora e mezzo mescolandolo con un cucchiaio di legno.
  • Intanto mettete al fuoco in  una seconda casseruola lo zucchero e 100 g di acqua, e semppre mescolando, fatelo cuocere fino a quando avrà raggiunto il grado di cottura ” alla caramella”( lo si riconosce se mettendo un pò di zucchero nell’acqua, questo diventa secco  e si spezza come il vetro), da non confondere con il caramellato.
  • Appena lo zucchero sarà quasi cotto, montate a neve gli albumi, poi uniteli al miele; la massa si gonfierà e diverrà bianca e spumosa.
  • Dopo 5 minuti aggiungete lo zucchero cotto, quindi unite le mandorle, la frutta candita, la scorza grattugiata dei limoni e mescolate per amalgamare gli ingredienti.
  • Coprite con le ostie il fondo di una tortiera, versatevi il composto preparato, e copritelo con le altre ostie e mettete sopra al torrone un vassoio e un peso da lasciare mezz’ora.
  • Quindi capovolgere la tortiera su un tagliere e con un grosso coltello affilato tagliare a pezzi il torrone.

 

La storia vera…

Non possiamo parlare di torrone senza rivolgere il pensiero a Cremona la città che si vanta di avergli dato i natali.

In realtà  però…

pare che i veri inventori di questa prelibatezza, siano stati nientemeno che gli Arabi, come scrupolosamente riportato da Gherardo Cremonese che tra il 1100e il  1150 tradusse il volume ” De Medicinis et cibis simplicibus” di un certo ABDUL MUTARRIF, medico di Cordoba in Spagna.

Nel libro si elogiava le doti di un dolce arabo a base di miele e mandorle, detto” Turun”, da preparare mescolando a lungo gli ingredienti e cuocendo poi il tutto con estrema cautela. Se la storia è andata veramente così, probabile che a far arrivare il primo torrone a Cremona siano state le navi che risalivano il Po che, tra l’altro, trasportavano anche le mandorle, frutto più esotico che Padano.

Crocevia di traffici provenienti dal Nord -Europa e dal bacino del Mediterraneo, la città Lombarda era infatti fin dall’antichità un importante porto fluviale, e in quanto tale, il punto d’incontro tra diverse culture, anche gastronomiche. Ecco perchè è realistico pensare, che il torrone non sia nato qui, ma qui sia stato adottato, nobilitato, e poi diffuso nel resto dell’Italia.

 

Bene<3…pronto il torrone ecco un delizioso dessert Natalizio con l’ingrediente principale il “VERO DURO”

 

Ricetta Natalizia

Semifreddo al Torrone

per 8 persone

Ingredienti

5 tuorli uovo

2 cucchiai di spumante secco

100 g di fruttosio in polvere

3/4 di litro di panna fresca,

1/4 di litro di latte

200 g di torrone alle nocciole

130 g di nocciole tostate

cacao in polvere

preparazione 25 minuti

cottura 30 minuti

come fare

  • Tritate le nocciole nel robot e mettetene 100 g in infusione nel latte caldo, lasciate riposare per 2 o 3 ore.
  • Polverizzare nel robot anche il torrone.
  • Con 1 tuorlo , 1 cucchiaio di fruttosio e lo spumante, preparare uno zabaione, che cuocerete a bagnomaria  finchè diventa gonfio e spumoso.
  • Montate la panna e incorporatevi lo zabaione freddo e il torrone polverizzato.
  • Versate il composto in uno stampo rettangolare foderato con pellicola da cucina e ponete il recipiente in freezer per una notte.
  • Filtrate il latte, ontate 4 tuorli con il rimanente fruttosio, diluite con il latte e cuocete la crema a bagnomaria( senza mai farla bollire) fin quando vela il cucchiaio.
  • Sformate il semifreddo e tagliatelo a fette, nappate con la crema tiepida i piatti e sistemate al centro di ciascuno una fetta di semifreddo.
  • Spolvezzate co le rimanenti nocciole tritate e cacao in polvere.

 

Nacque nel 1441 come dessert di un banchetto di nozze…

La città di Cremona rivendica da sempre i natali del Torrone, e a sostegno della sua tesi, porta un’eccezionale testimonianza storica:

un documento che testimonia la presenza di questa delizia croccante e friabile fin dal 25 Ottobre del 1441 quando comparve per la prima volta in occasione del sontuoso banchetto per le nozze di Bianca Maria Visconti con Francesco Sforza.

Un matrimonio davvero da favola, i cui festeggiamenti sulla pazza principale della città, proseguirono ininterrotti per 3 giorni e 3 notti.

Per coronare degnamente l”avvenimento i pasticceri di corte erano stati incaricati dalla famigla Visconti di studiare un dolce che rappresentasse degnamente la città, portata in dote dalla giovane Bianca Maria al suo sposo. E pochi giorni prima della fatidica data, ebbero la geniale idea: quel dolce sarebbe stato un delicato dessert ottenuto dall’impasto di miele, mandorle e albume d’uovo montato a neve, che riproduceva idealmente la magnifica Torre che affianca la Cattedrale di Cremona, chiamata “Torrazzo” o “Torrione”.

E fù allora che in onore del campanile, già simbolo della città lombarda, il nuovo dolce venne battezzato appunto TORRONE

 

Scendere quelle scale
che portano al mare
giungere fino alla riva
toccare l’acqua
percepirne
l’inizio
che si allunga
verso e oltre
il nostro orizzonte.

Antonio De Simone

 

 

 

Questo è tempo
impazzito di passione
piacere e dolore
oggi
di noi senza ieri
Galleggio
allagata di nostalgia
testardamente
stupita
da un insensato desiderio

         

       

       

Con PERE e CORBEZZOLI “la Torta al Grano Saraceno” di NonsoloNonna… DELIZIA d’ AUTUNNO


 

 

” Il tuo ombelico è una conca a semiluna, non vi mancherà il vino miscelato. 
Il tuo grembo è un mucchio di grano contornato da gigli”

(Cantico dei Cantici)

 

Mai come quest’ anno, mi sono ritrovata tante pere e corbezzoli  in Autunno, ho soltanto 2 alberi… ma sono stati sufficenti per produrre un’ infinità di pere, grosse tenerone e tanto dolci…i corbezzoli rossi e dolci come ciliegie hanno aiutato la mia fantasia nelle torte di stagione… ecco che stamattina ho pensato di fare una gustosissima torta ricordandomi di  una vecchia ricetta contadina…

 

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La Torta al grano Saraceno si puo fare tutto l’anno anche con le pere più dolci di Fine Agosto…

 

                         

 

” Nostalgia di Tradizione”

quando cucinare non era perdere tempo, ma un momento del vivere, e il quaderno delle ricette di casa, un prezioso libro da scrivere…


La mia ricetta antica

 con le pere di “Villa Ceppeto”

” Torta leggera al grano saraceno “ con mandorle e le “mie” pere BIO

ingredienti

per 8 persone


75 g di farina di grano saraceno

75 g di farina di riso

75 g di mandorle pelate

75 g di zucchero(fruttosio)

2 uova

3 pere grosse e morbide

1 limone

200ml

di latte

1/2 bustina di lievito da dolci

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Cosa fare:

  • Grattugiate un cucchiaino di scorza del limone e spremete il succo.
  • Tritate grossolanamente le mandorle e mescolatele con 25 g di zucchero.
  • Battete per alcuni minuti,possibilmente con l’aiuto di fruste elettriche, le uova con lo zucchero rimasto e la scorza grattugiata.Aggiungete prima la farina di riso setacciata insieme al lievito e dopo la farina di grano saraceno.
  • Ammorbidite l’impasto con il latte e poi stenderlo in maniera uniforme sul fondo di una tortiera da 26 cm rivestita con carta da forno.
  • Pelate le pere,tagliatele a fettine piccole,bagnatele con poco succo di limone e distribuitele in maniera decorativa facendole in parte penetrare nella pasta.
  • Cospargete le mandorle allo zucchero e infornate a 180°C per 30 minuti circa.
  • Servitela una volta raffreddata.


  • I 5 PREGI DEL GRANO SARACENO
  1. Non contiene glutine,quindi è adatto per celiaci.
  2. Risulta molto facilmente digeribile.
  3. Rispetto al frumento ha il triplo di lisina,un aminoacido essenziale che rende più” nobili”le proteine in esso contenute.
  4. E’ricco di sali minerali in particolare doi magnesio.
  5. Importante è il livello di lecitina,sostanza utilissima nell’equilibrio dei grassi nel sangue

 

 

 

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Quando l’amore ti chiama, seguilo.

Anche attraverso le sue tante vie faticose e ripide.
E quando le tue ali ti avvolgono, abbandonati.
Non importa se la spada nascosta tra le sue piume può ferirti.
Credi in lui, sebbene la sua voce possa frantumare i sogni e strappare fiori
nel giardino della tua anima.

Quando l’amore ti chiama, seguilo.

Lui sa accarezzare i momenti più teneri, anche quando tremano al Sole.
Seguilo.
Ti accoglierà come il prato che fa crescere l’erba, come il cielo che fa bionde
le spighe, come la macina che fa candido il grano.

Quando l’amore ti chiama, seguilo.

Conoscerai tutti i segreti del tuo cuore, così come sarai padrone di ogni
frammento della vita.
Non aver mai paura dell’amore.
Entra nel suo mondo.
Vivi le stagioni del sorriso, come pure quelle del pianto.
Scoprirai che non sono amare le sue lacrime.

Quando l’amore ti chiama, seguilo.
E lasciati guidare.

Kahlil Gibran

 

commento dell’amico poeta

Enrico Garrou

Chi è questa che sorge come aurora,
Bella come la luna,
Radiante come il sole
E maestosa come schiera armata?
Che bello il cantico dei cantici. Tu sai creare questi paradisi perché tu sai amare la bellezza di questa terra, sai amare la poesia, i frutti e i sogni della natura, il piacere di creare sapori e profumi. Un pensiero grande.
GRAZIE Enrico ❤
anche i tuoi commenti sono poesia

Christmas homemade…26 Dicembre la CROSTATA DECORATA con Stelle,Slitte & babbo natale


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“E l’amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno. Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare. Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva. Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava…”


(Luigi Pirandello)

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Ricetta

Marmellata di Sorbe

Corbezzoli e Mele Annurca

ingredienti

300 g di sorbe

300 g di corbezzoli

300 g di fruttosio

5 mele annurca

2 stecche di vaniglia

1 l di acqua

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come fare:

  • lavare sorbe, metterle a bollire con il litro di acqua
  • aggiungere la meta zucchero e la stecca di vaniglia
  • lasciare bollire per circa 40 minuti a fuoco basso
  • fare la stessa cosa con i corbezzoli
  • passare poi nello schiacciapatate le sorbe riuscirete così a separare la polpa dalle bucce e noccioli.
  • passare i corbezzoli al setaccio premendo forte per togliere così i piccoli semi
  • Unire le due marmellate in modo da formarne una unica.

Ricetta

Sfogliata leggera con marmellata di sorbe

corbezzoli e mirtilli

 

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ingredienti

pasta sfoglia cm 24 rotonda

pasta sfoglia quadrata da usare per le figure

vari stampini con figure

oppure disegnarli su cartoncino e poi intagliati  su pasta sfoglia

1 vasetto di marmellata di sorbe e corbezzoli

150 g di pistacchi sminuzzati o interi come preferite

 

come fare:

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è stato bello…

invitarmi fuori a bere una coppa di bollicine in un bel posto in riva al lago

 

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CURCUMA…l’ORO dei re magi & le mie “salutari”ricette Natalizie


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Particolare dell’Adorazione dei Magi…un dipinto del Perugino

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Ero a Firenze  il 5 gennaio dello scorso Anno, ospite ad un party natalizio organizzato da un famoso  cardiologo che aveva operato a N.Y  al Mount Sinai Hospital; gli chiesi cosa volesse nella calza della befana! «Un po’ di curcuma» mi rispose. Dopo avermi fatto leggere decine di lavori sull’utilità del curry in cardiologia, capii che non scherzava affatto. E mi raccontò le origini di questa radice (con cui adesso si prepara il curry) sostenendo che l’oro portato in dono al Bambin Gesù dai Re Magi non fosse il vile metallo bensì la polvere di curcuma dall’intenso colore giallo oro, già da allora mescolata a pani e focacce per dare sì sapore ma anche (visto il suo forte potere antibatterico) per combattere le mille infezioni possibili nei paesi caldi.

 

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adorazione dei MAGI del Perugino

CURCUMA…la PREZIOSA PIANTA

nel giardino di Nonsolononna

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La mia ricetta natalizia …Biscotti alla Curcuma

ricetta

Cuori, angeli & C

ai Pistacchi e Curcuma

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ingredienti per 60 pezzi

40 g di burro

80 g di fruttosio

1 uovo bio

la scorza di 1/2 arancia bio

100 g di pistacchi non salati, sgusciati e tritati

150 g di farina di kamut bio

glassa reale “fatta in casa”

(vedi ric. nel BLOG)

2 piccoli cucchiaini di curcuma

3 cucchiai di pistacchi sgusciati non salati

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preparazione

biscotti & decori

  • In una terrina ammorbidire il burro.
  • Unire  fruttosio, uovo e scorza di arancia e amalgamare fino ad ottenere un composto omogeneo e chiaro.
  • Unire i pistacchi tritati finemente, la farina, il curcuma e formare rapidamente una palla di impasto, appiattirla leggermente.
  • Coprirla e metterla in frigo per 2 ore.
  • Su un ripiano spolverato con un po’ di farina, stendere poco per volta l’impasto a uno spessore di 7 mm circa.
  • Con i vari disegni di stampini natalizi tagliare l’impasto steso e disporre i biscotti su una placca foderata con carta da forno
  • Cuocere in forno per 8 minuti nella parte centrale preriscaldato a 180 gradi.
  • Sfornare e trasferire con la carta da forno su una griglia e lasciar raffreddare.
  • Preparare la glassa reale con curcuma (vedi ricetta nel blog).
  • Intingere o biscotti nella glassa.
  • Cospargere con i pistacchi e far raffreddare

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e poi ancora curiosità:

 

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Ma anche gli altri doni dei Magi, oltre ad un forte valore simbolico, avevano una grande utilità nella vita comune.
La mirra è una resina profumata estratta dalla Commyphora, usata nella vita quotidiana come disinfettante e profumo. In campo medico veniva usata come anestetico: mirrato era il vino che il soldato romano offrì a Cristo sulla Croce per alleviarne le sofferenze. A duemila anni di distanza un lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature ci dice che la mirra ha, in effetti, gli stessi meccanismi di azione della morfina. E questo spiega perché sotto l’imperatore Augusto in ogni campo di battaglia, sui carri-ambulanza era obbligatorio avere la mirra.
Ancora più utile l’incenso, conosciuto per il suo uso in campo liturgico. Ma la pianta dell’incenso (Boswellia) ha ben altri meriti: i suoi componenti hanno proprietà antinfiammatorie, e, infatti, la boswellia viene comunemente usata nella moderna fitoterapia per la cura di artrite, artrosi, ma anche patologie più gravi quali ad esempio la colite ulcerosa.

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La curcuma …è l’antinfiammatorio naturale più potente fra quelli individuati finora.

La curcuma va mescolata al pepe nero e diluita nell’olio di oliva per fare in modo che possa esprimere al meglio i suoi effetti.

 

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Curcuma:

  1. La curcuma protegge il fegato dai danni provocati da tossici ambientali e alimentari e da microrganismi patogeni.
  2. Stimola anche la produzione di bile, migliorando quindi la digestione dei pasti, le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti in particolare di quelli abbondanti e ricchi di grassi.
  3. Recenti studi ne hanno accertato scientificamente le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti

 

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e poi ancora:

una ricetta salutare

CURRY DI VERDURE E ANANAS

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 ingredienti

400 g di patate dolci
1 cipolla
200 g di sedano
1 ananas
1 cucchiaio d’olio d’arachidi
2 cucchiai di curry rosso in pasta
5 dl di latte di cocco
1 cucchiaio di salsa di soia

preparazione:

  • Pelate le patate dolci, tagliatele in quattro e poi a bocconi.
  • Cuocetele al vapore. Tritate la cipolla. Tagliate a pezzi il sedano e l’ananas.
  • Scaldate l’olio in un wock o in una padella ampia.
  • Rosolatevi il curry in pasta.
  • Soffriggetevi brevemente la cipolla e il sedano
  • Aggiungete il latte di cocco e fate cuocere il curry a fuoco lento per ca. 30 minuti.
  • Unite l’ananas e le patate dolci.
  • Insaporite il curry di verdure con la salsa di soia.

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E quando amiamo, siamo felici senza un perché.. 

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la vita è fatta sì di impegno e cose serie e costruttive, ma anche di doni, di magia, di polvere di stelle…e noi siamo esseri che de-siderano: desiderare, etimologicamente, significa cercare di

prendere dalle stelle.

 

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Auguri dolcissimi a tutti!

 

 

 

Nella “CONCHIGLIA INCANTATA” di Piazza del Campo…curiosità, ricette & una romantica serata


            

    16 Agosto…la vita in palio 

 

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P A L I O

Veglia nell’opacità della notte

il cure sospeso del Barbaresco.

Invoca, nelle spente

ore di sonno, il privilegio

del fato imponderabile.

Sul tufo friabile

il rito incessante si ripropone.

Si odiano le avverse contrade
e sognano la vittoria contesa
con esaltazione violenta.
L’animo fiero del cavallo

spasima invano nell’ultimo scarto,
lo splendore di una gloria inebriante.

Scaltro il fantino
mercenario del coraggio, colpisce
implacabile la criniera tenebrosa
e con segreti inganni
la corsa temeraria vince.

 

 

 

 

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… Una giornata particolare a Siena

 


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 Sensazioni di fantino…

 

“Nell’Entrone ( si chiama così) i rumori della piazza sono ovattati, arriva solo un suono basso, come un brusio…poi monti a cavallo e ti affacci, sei travolto e  un’onda di colori, di grida e di caldo ti sommerge

 

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Ma anche io… che a cavallo nella conchiglia incantata di piazza del campo non ci salirò mai, io che vengo qui soltanto per 1 giorno a curiosare…posso capire quell’incredibile emozione quando verso le 7 della sera…il campanone smette di suonare, le voci tacciono e sulla città cade il silenzio assoluto in attesa che il mortaretto annunci…dall’entrone del Palazzo Comunale, l’uscita dei 10 cavalieri.


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Ogni Palio, 10 contrade scendono in piazza e 7 restano a guardare aspettando il prossimo.

Molti devono essere i fattori favorevoli, avere dal destino un cavallo veloce,non si sceglie si ha per sorteggio.

Bisogna sapersi muovere nell’intricato gioco delle alleanze e dei tradimenti, è ammesso ogni patto salvo “vendersi” alla contrada nemica.

E per ultimo trovare “la monta” giusta, un fantino abile e coraggioso, con un grande cuore, forte di gambe e di braccia, i fantini sono detti i “10 assassini”.

 

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Le antiche ricette Senesi…

 

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Le prime usate per produrre panforti e ricciarelli…si lo so che si usa gustarli a Natale, ma ho anticipato, qui a Siena non smettono mai di produrli, nemmeno ad Agosto e in occasione del Palio risplendono profumati nelle vetrine, e non ho resistito nel provare la mia versione di “Panforte” con metodo antico.

 

Sono tornata a casa e con i fichi freschi e secchi e noci ho rispolverato una vecchia ricetta del ” panforte margherita”, sapete perché il nome margherita?

Nacque in onore della regina Margherita di Savoia nel 1879 durante una visita regale a Siena nell’Agosto in occasione del Palio.

L’ inventore fu un famoso speziale, Galgano Parenti, proprietario della più antica fabbrica di panforte che sorse a Siena, che lo preparò e ne fece omaggio alla sovrana.Il Panforte si è sempre fabbricato dal XIII secolo ma solo nel 1829 nacque la prima fabbrica per poter esportare in abbondanza anche fuori dalle mura di Siena. La ricetta che io uso di solito e la stessa che ingiallita è stata trovata nel portafoglio del capofabbrica che da solo faceva le delicate pesate. La ricetta è datata 1880.

 

IL FAMOSO PANFORTE DI SIENA come farlo?

La ricetta di Nonsolononna

 

Panforte margherita

 “ai fichi e noci”

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Io di solito uso questa ricetta con quantità elevata,

preparo poi   piccoli panforti “fatti in casa”, da regalare a Natale.

 2.500 kg di zucchero bianco

3 kg di candito di cedro

0.500 di candito d’arancio

3 kg di mandorle tostate

1 kg di pasta di ricciarelli

1.200 kg di farina bianca

50 g di vanillina naturale a baccelli (finemente tritati)

50 g di cannella Ceylon polvere

30 g di noci moscate in polvere

A questi ingredienti io aggiungo:

1 kg di fichi caramellati

500 g di fichi secchi

600 g di noci spezzettate.

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2013-05-30 13.21.082016-07-25 20.24.19

 

 

Sciroppo di zucchero e frutta candita

Come prima cosa, preparo lo sciroppo di zucchero con acqua e aggiungo del miele, metto dentro a questo liquido, la scorza di arancio e il cedro e quando incominciano”a bollire” cioè quando il liquido si impoverisce di zucchero lo tolgo dal fuoco e aggiungo un’ altro sciroppo ancora più concentrato. La frutta non deve più muoversi dentro al liquido, metto la frutta a scolare in un vaso di vetro e tolgo il liquido… quello in eccedenza che rimane in fondo al vaso.

 

 

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 Preparazione del Panforte

come fare:

  1. Scottate le mandorle e i gherigli di noci in acqua bollente, poi pelarli e tritarli, asciugare in forno tiepido.
  2. Mettere al forno le mandorle e farle tostare e tritarle grossolanamente.
  3. Tagliuzzare la frutta candita e la frutta secca ei ricciarelli sbriciolati,  mescolare tutto in una terrina, cospargere con il cacao, aggiungere le spezie, metà della cannella e mescolare bene.
  4. A parte in una casseruola a fondo concavo, meglio se di rame non stagnato, mescolare il miele e 175 g di zucchero a velo e amalgamare bene con l’aiuto di una spatola di legno; tenere sul fuoco molto dolce per 10 minuti, togliere dal fuoco e unire la frutta, girando finché risulti ben incorporata.
  5. Foderare con le ostie una teglia a cerniera leggermente imburrata.
  6.  Versare il composto e livellarlo.
  7. Mettere in forno a calore moderato  120°/160° per circa 30-40 minuti.
  8. Quando è cotto farlo raffreddare, toglierlo dalla teglia e spolverizzarlo con il rimanente zucchero e la cannella in polvere tenuta da parte.
  9. Conservare il luogo asciutto, avvolto in carta da forno.

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E POI ANCORA…

“I RICCIARELLI”

di Nonsolononna

ingredienti

200 g di mandorle spellate

100 g di pinoli

200 g di zucchero

100 g di zucchero vanigliato

2 albumi montati a neve

scorza grattugiata d’arancia

ostie


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Preparazione dei ricciarelli

  • Pestate le mandorle in un mortaio, stessa cosa fate per i pinoli.
  • Passate il tutto in una terrina e aggiungete lo zucchero e lo zucchero vanigliato, gli albumi a neve ben ferma, una spolverata di scorza di arancia grattugiata e mescolate delicatamente.
  • Mettete un po’ d’impasto sulle ostie e lasciate riposare per 6 ore.
  • Infornate a 150° per 15 minuti.
  • Serviteli freddi e spolverati con lo  zucchero vanigliato.


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Piazza del Campo

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piazza del campo

 E’ incupita la torre
e a buon diritto
cova un’ansia liberatrice
di placida quiete.
Lei la Superba
dai gotici sguardi sospesi
nel damasco del cielo.
Ancora si commuove
per l’agonia degli ulivi,
che oltre le mura
fecero posto all’abitato amorfo
sorto a casaccio.
Piccioni imprevedibili frullano
voli fra tartine e caffè.
Incalza il vorticoso giro
del turista, con sosta
al Beauburger tutto compreso.
Corpi discinti
lasciano timbri di sudore
sul logoro impiantito,
coscienza storica
di memori battaglie.
Nuovi conquistatori senza pedaggio
assediano il sacrario – cuore
di natie generazioni.
Ignari delle risse e del sangue
bollente e recidivo
che flusso vivo è sopito
nelle vene pazienti dei senesi.

**

16 agosto

noi 2… una Romantica Serata

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Rendere un’altra persona felice è un’arte che si impara…

 

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Ed eccoci  in mezzo, ad oceani di realtà vissuta che separano l’istante dell’innamoramento, perfetto ed etereo, da una realtà che è diventata vita vissuta. Preziosa, ricca di ricordi e di gratitudine…

 

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<3<3<3…stasera sei felice!

Natale della tradizione… decorazioni, simboli e leggende…


 

Atmosfera e decori improvvisati in ogni angolo della casa…

 

In questi giorni dell’Anno si usa appendere alla porta di casa una ghirlanda,

come simbolo di benvenuto e di buon auspicio per gli ospiti che varcano la soglia.

 

 

” La corona del bosco”

Le decorazioni che preferisco sono quelle naturali, se…con un po’ di fantasia, utilizziamo frutti e piante spontanee, del nostro giardino, tutta la casa con addobbi naturali avrà un’atmosfera particolare, per fare questo basta una passeggiata  nel bosco …e come per magia la casa si riempirà  di colori e profumi invernali.

 

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Centrotavola, con le pigne essiccate o appena cadute dall’albero, le pigne secche si aprono creando spazi dove è possibile inserire rametti di pino, bacche, fiori di arbusti invernali, e tutto ciò che più vi piace, l’effetto e gradevole e naturale, volendo potete anche dipingerle color oro.

Centrotavola al naturale…

 

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Il portacandele è realizzato con pigne ancora chiuse appena raccolte, tagliate alla base per avere un appoggio stabile, svuotare quel tanto che basta per poter inserire la candela, fissatela facendo colare sulla sommità un po’ di cera calda, alla quale appoggerete subito la candela, tenendola ben dritta.

Come centrotavola cosa c’è più di semplice e naturale, del vischio e antichi pizzi della nonna quelli più preziosi “fatti a mano” con infinita pazienza, regalano alla tavola la raffinata eleganza di un tempo, i “fiocchi di neve” del centrotavola devono essere prima inamidati e poi applicati a lucine bianche e ancora vischio come portafortuna. Anche per la tovaglia aprite il vecchio baule della nonna con piatti bianchi e posate d’argento e bicchieri in cristallo  style retrò… la tavola di Natale e pronta.

I segnaposto sulla tavola di Natale di Nonsolononna…

 

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ingredienti

400 gr di lamponi,

5 albumi,

250 gr di zucchero a velo

50 g di panna

 1 limone

per guarnire zuccherini di varie forme

a cuoricino a pallina a fiorellino

come fare:

  • Lavare bene i lamponi in acqua acidula ghiacciata.
  • Dopo averle sgocciolate bene, passarle al setaccio di crine. Battere a neve ben ferma i bianchi d’uovo, poi unire delicatamente la purea di fragoline ai bianchi d’uovo ed alla panna.
  • Aggiungere anche lo zucchero,quindi preparare gli stampini di cioccolato qualche giorno prima e lasciarli solidificare benissimo.
  • Decorare con le varie forme di zuccherini.

 

“La corona del giardino”

Le bacche dell’agrifoglio sotto perfette per questo tipo di corona, aggiungere poi la rosa canina, mettere poi ramoscelli secchi che prima avrete dipinto di bianco,e per ultimo foglie verdi striate di giallo, che io ho trovato nella mia siepe in giardino.

 

Oppure ancora vischio con bacche di rosa canina, melagrane e fiorellini bianchi selvatici, o soltanto fresie bianche.

 

Al centrotavola decorativo potete così aggiungere le vostre 4 candele rosse…

Una torta naturale…e solo decorativa e perfettamente in tema. Sulla base di oasis inumidita, distribuite nella parte bassa piccoli mazzetti di bacche nere, dopo salendo bacche di rosa canina, mentre la zona superiore e formata da diversi giri di peperoncini tondi e a punta il tutto appoggiato su un sotto piatto in latta oppure se preferite di vetro, per apparecchiare potete poi usare sottopiatti di vetro con bordo metallico.

” Il centrotavola spiritoso”

 

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Curiosità

Nella tradizione nordica si prevede che in attesa al Natale, le 4 domeniche precedenti ci si prepari all’avvento, alla nascita i Gesù, con un periodo di raccoglimento e di preghiera. Domenica dopo domenica si accendono, una dopo l”altra, 4 candele posizionandole su una corona. La posizione delle candele corrisponde idealmente ai punti cardinali perchè tutti gli uomini della terra possono vederne la luce e prepararsi ad accogliere Gesù

 

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Il vischio come porta fortuna appeso al trave in legno,

 la tradizione vuole

 ” un bacio sotto il vischio”

 

                     Buon Natale 2015

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non insieme…ma comunque molto molto  VICINI…

e tu sei felice <3<3<3

 

NATALE: storia, leggende, simboli e tradizioni post 1…L’Albero di Natale


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L’ABETE DI NATALE

Chi abita sull’abete

tra i doni e le comete?

C’ è un Babbo Natale

alto quanto un ditale.

Ci sono i sette nani,

gli indiani, i marziani.

Ci ha fatto il suo nido

perfino Mignolino.

C’è posto per tutti,

per tutti c’è un lumino

e tanta pace per chi la vuole

per chi da che la pace

scalda anche più del sole

Gianni Rodari

 

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Gli esperti in argomento onirico affermano che sognare di attraversare una foresta di abeti sia un indiscutibile portafortuna!

 

L’Albero di Natale ha una tradizione antica…

che viene fatta risalire alle popolazioni germaniche, in particolare ai Teutoni, che celebravano il solstizio d’inverno recandosi nel bosco e recidendo un’abete come rito propiziatorio. Portato in casa veniva addobbato con ghirlande e dolci.

L’ immagine dell’albero sempreverde, come simbolo del rinnovarsi della vita è un tradizionale tema pagano, presente sia nel mondo antico che medievale e probabilmente in seguito assimilato dal Cristianesimo.

Prima dell’apparizione ufficiale dell’albero di Natale, però, esisteva un ” gioco religioso” medievale celebrato proprio in Germania il 24 Dicembre, 

il ” Gioco di Adamo ed Eva” in cui venivano riempite le piazze e le chiese di alberi di frutta e simboli dell’abbondanza per ricreare l’immagine del Paradiso.

Ma l’usanza vera e propria dell’Albero di Natale entrò nelle case tedesche nel XVII ed agli inizi del secolo successivo era già pratica comune in tutte le città della Renania. L’uso di candele per addobbare i rami dell’albero è attestato già nel XVIII secolo. Per molto tempo questa trazione dell’albero di Natale rimase tipica di queste regioni.

Furono gli ufficiali Prussiani, dopo il congresso di Vienna, a contribuire alla sua diffusione negli anni successivi, ancora oggi questa tradizione è sentita in modo particolare nell’Europa di lingua tedesca.

Curiosità

Il significato simbolico  che si attribuisce all’abete nel linguaggio dei fiori e delle piante, è 

elevazione e ispirazione“.

Unendo un ramoscello di abete ad un bouquet o una composizione, rivelerete un sentimento intenso,

ben radicato e altamente spirituale.

 

 

 

6 Dicembre San Nicolao…

E’ accompagnato dal suo fido aiutante, lo Schmutzli …

 

NORVEGIA4

 

Migliaia di San Nicolao con guance rosse e con la barba bianca, si metteranno in marcia verso villaggi e città. In quasi tutti i paesi Europei San Nicolao arriva il 6 Dicembre, il presunto giorno di morte del vescovo di Myra. Nel XI secolo il caritatevole uomo di chiesa aveva donato viveri a bambini bisognosi, in seguito attorno alla sua figura si sono sviluppate diverse tradizioni che variano da paese e paese, da zona a zona.

Villa_Ceppeto_23_Gennaio_2005 (7) - Copia

Neve in Toscana…

Come ogni Anno eccoci qua in trepida attesa di San Nicolao… tornerà anche quest’anno tra qualche giorno arriverà, con noci, mandarini e una montagna di biscottini…starà facendo gli ultimi preparativi, sfornerà gli ultimi biscotti di pan di spezie, metterà nel sacco tante cose golose non si dimenticherà certamente l’ometto di pasta lievitata, anche nella cucina di NonsoloNonna é già pronto, appena sfornato  e dorato e tutto profumato, ultimo tocco granelli di zucchero bianchi e sale rosa… avvolto nella sua sciarpa rossa !

Ricetta

ometto di pasta alla vanifglia

Ometti di Pasta Lievitata

ingredienti per 2 omini di pasta grandi

160 g di burro morbido

1 kg di farina bianca

1 cucchiaio di sale

4 cucchiaii di zucchero

5,5 dl di latte

2 uovo

40 g di lievito

mandorle intere pelate

zucchero in granella per la decorazione

2 tuorli per spennellare

 

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come fare:
  1. Tagliare il burro a pezzi e metterlo in una scodella con la farina, il sale e lo zucchero. Mescolare il latte con le uova e il lievito e versare nella scodella. Impastare tutto a mano o nel robot da cucina con l’apposito gancio finchè la pasta si compatta(l’impasto risulta abbastanza umido).Formare una palla, coprire e lasciare lievitare a temperatura ambiente per circa 1 ora. Impastare e mettere la massa in frigo coperta per 30 minuti. per 35-40 minuti
  2. Scaldare il forno a 200° C (aria calda). Dimezzare la massa e formare 2 ometti e decorarli a piacere con mandorle, uvetta, rametti di nocciolo come scopa . Adagiarli su 2 teglie rivestite con carta da forno. Lasciare riposare per circa 15 minuti. Spennellare gli ometti di pasta con il tuorlo e cospargere a piacere con lo zucchero in granelli. Cuocere per 35-40 minuti. Prova cottura…se battendo sulla parte inferiore del pane, questi suona vuoto, gli ometti di pasta sono cotti. Lasciare raffreddare su una griglia.
 
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Lugano, Como, Siena, Firenze, Monte San Savino… 8 dicembre 2015 

 

BASTA PANETTONE?… facciamo dei muffins & Tortini al caffè


Il Dolce di Natale per me non può che essere

il Panettone…che però  mi avanza sempre

 

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trovo sempre il modo di riutilizzarlo, facendone dei deliziosi dessert… 

 

ecco le mie ricette…

” Muffins al Panettone”

 

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  1. Come prima cosa fate a piccoli pezzetti il panettone
  2. In una ciotola, poi, setacciate 400 g di farina( a voi la scelta, io ho utilizzato sia la farina integrale, che la bianca), una bustina di lievito per dolci, mezzo cucchiaino di bicarbonato e un pizzico di sale
  3. In una seconda ciotola sbattete con l’aiuto di fruste elettriche 190 g di burro e 200 g di zucchero, fino ad ottenere una crema, poi aggiungere 3 uova e la farina mescolata agli altri ingredienti e 200 ml di latte, continuando a montare.
  4. Una volta amalgamati tutti gli ingredienti, aggiungere la scorza grattugiata di un’ arancia e il panettone fatto a piccoli pezzetti, io ho aggiunto anche mirtilli.
  5. Mescolare con cura tutto con l’aiuto di una spatola.
  6. Mettere il composto in una sac- à-poche, preparare uno stampo da muffins con pirottini e riempiteli fino al bordo.
  7. Ponete lo stampo in forno già caldo a 180° per 25 minuti, e una volta sfornati uno spruzzo di zucchero a velo.

Tortino di panettone al caffè

per 4 persone

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 preparare lo stampino…è la cosa più difficile!

spesso si rompe

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60 g di burro

9 cucchiai di melata

250 g di biscotti d’avena

  • Fate sciogliere il burro e la melata in un pentolino e unitevi i biscotti sbriciolati.
  • Suddividete in 4 stampi di media grandezza oppure in 8 piccoli,
  • Mettete la pellicola trasparente e schiacciate sul fondo e sulle pareti il composto di biscotti-melata e burro.

per il ripieno

  • Prendete 300 g di panettone e affettatelo in modo da ottenere piccole fettine quadrate della grandezza di 4 stampi individuali.
  • Spruzzate le fette con un poco di Rum o Vinsanto a piacere.
  • Mescolate 400 g di panna con 4 cucchiaini di caffè solubile e 2 di zucchero a velo, quindi montateli.
  • Negli stampi individuali precedentemente preparati, alternate fette di panettone con la panna montata.
  • Mettete nel frigorifero fino al momento di servire, rovesciate nei piatti di portate togliete la pellicola trasparente.
  • Se volete spolverizzate con cacao e granella di nocciole, fiocchi di panna e chicchi di caffè.

 

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questo ultimo dessert, è carino servito anche in una tazzina da caffè particolare… in ceramica o vetro trasparente, evitando così di mettere prima la pellicola

 

io e te…i NOSTRI magici momenti…

Con gli avanzi delle feste…CROCCANTINI ALLA FRUTTA SECCA…di Nonna Manu.


” Odore di frutta che secca sui graticci, di violaciocca,

 di zenzero e di spigo”.

Salvatore Quasimodo

 

Si prorio così, passate le feste, tanti sono gli avanzi di frutta secca, ecco allora la mia ricetta per uno speciale snack a metà pomeriggio, sono ottimi anche per una sana e nutriente merenda dei bambini dopo le fatiche scolastiche: ” Croccantini alla frutta secca”.

Se avete tempo…dedicate una volta al mese 2 ore del vostro tempo a preparare biscotti e dolci ” fatti in casa”: bastano pochi ingredienti e un buon forno.

“Riempirete la casa con un profumo che i vostri figli ricorderanno per sempre” 

Ricetta

“Croccantini alla frutta secca”

 di Nonna Manu

Ingredienti per 24 pezzi

180 g di burro

60 g di zucchero di canna

90 g di sciroppo di mela

250 g di fiocchi d’avena striciolati

90 g di albicocche secche tritate

90 g di datteri snocciolati tritati

90 g di prugne secche snocciolate e tritate.

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Come fare: 

  1. Preriscaldare il forno a 200°.Imburrate una teglia rettangolare a bordi bassi di 25 cm per 18.
  2. Mettere il burro, zucchero e succo di mela in un pentolino capiente e fateli sciogliere a fuoco basso  con un cucchiaio di legno.
  3. Incorporatevi i fiocchi d’avena e versate metà dell’impasto nella teglia formando uno strato sottile livellatelo aiutandovi con il dorso di un cucchiaio.
  4. In una ciotola amalgamate albicocche, datteri e prugne e stendete uniformemente la miscela nella teglia.
  5. Poi versatevi sopra il rimanente impasto, livellandolo con il dorso del cucchiaio.
  6. In una ciotola amalgamate albicocche, datteri e prugne e stendete uniformemente la miscela nella teglia.
  7. Poi versatevi sopra il rimanente impasto, livellandolo con il dorso del cucchiaio.
  8. Cuocete in forno per 20-25 minuti finchè diventa dorato.Lasciate raffreddare per 5 minuti, poi tagliare i quadrettini di biscotti in modo regolare ma ancora nella teglia.
  9. Lasciare raffreddare completamente prima di estrarre le parti tagliate, aiutatevi comnque con una paletta.

 

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Fra i luoghi più belli, nelle case di campagna in Toscana  erano gli essiccatoi, piccole case aggiunte, allineati all’interno decine di cannicci.

 Il profumo che sprigionavano, albicocche, prugne, zibibbo, fichi, mandorle, cotogne era celestiale.

 L’ odore intenso e aromatico era dato dal forte profumo che emanava lo zenzero, il timo, lo spigo che venivano stratificati sui cannicci per evitare, grazie al loro potere antisettico, l’insorgenza di muffe e processi di marcescenza.

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Brrr…che freddo! tempo da “Glögg” la calda prelibatezza di NonsoloNonna


  2014-11-30 12.02.51glaciale la rosa glaciale2014-11-30 12.03.27

Cosa hanno in comune, il vin brulé, punch? si bevono molto bollenti soprattutto durante il periodo delle feste…e non solo

Ma fra tutti quello che amo fare piu’ frequentemente e il ” Glögg”. 

Non è la temperatura della bevanda che ci riscalda ma bensi gli ingredienti aromatici e le spezie, Cannella, noce moscata, zenzero, cardamomo, anice stellato e chiodi di garofano, emanano infatti un piacevole calore dall’interno e ci riscaldano durante le fredde giornate invernali.

Ricetta

per 4 bicchieri:

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  1. Affogare 2 cucchiai di uvetta, in 1 dl di rum ( io spesso uso brandy all’arancia).
  2. Sbucciare finemente 1 arancia non trattata con il pelaverdure.
  3. Tagliare 20 g di zenzero in fettine sottili.
  4. Scaldare 7,5 dl di vino rosso con la buccia d’arancia, lo zenzero, 2 bastoncini di cannella, 5 chiodi di garofano, 10 capsule di cardamomo e 200 g di zucchero a fuoco bassissimo per circa 1 ora.
  5. Filtrate il “Glögg”.
  6. Aggiungere il rum, e 2 cucchiai di  mandorle a fiammifero oppure in scaglie.
  7. Riscaldare il Glögg” prima di servire.

 

2014-11-30 12.00.282015-01-05 13.46.31

2015-01-05 13.46.212014-11-30 12.03.21freddo y

  1. Affogare 2 cucchiai di uvetta, in 1 dl di rum ( io spesso uso brandy all’arancia).
  2. Sbucciare finemente 1 arancia non trattata con il pelaverdure.
  3. Tagliare 20 g di zenzero in fettine sottili.
  4. Scaldare 7,5 dl di vino rosso con la buccia d’arancia, lo zenzero, 2 bastoncini di cannella, 5 chiodi di garofano, 10 capsule di cardamomo e 200 g di zucchero a fuoco bassissimo per circa 1 ora.
  5. Filtrate il “Glögg”.
  6. Aggiungere il rum, e 2 cucchiai di  mandorle a fiammifero o in scaglie.
  7. Riscaldare il ” Glögg” prima di servire.

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Buone Feste  a tutti!

gnomi

 

 

 

 

 

 

Viaggiare con Serendipità

/Se°ren°di°pi°tà/: la fortuna di fare felici scoperte per puro caso o trovare una cosa non cercata o imprevista, quando se ne stava cercando un'altra.

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