Archive for the ‘ricette bambini’ Category

UN VERO DURO…trionfo sulle tavole Natalizie: ” IL TORRONE”


 

 

 

Il Torrone è da sempre il più dolce suggello a ogni pranzo di Natale che si rispetti.

Qualche settimana prima di Natale mi diletto in deliziose varianti da regalare agli amici:

ricoperto al cioccolato, al caffè, al pistacchio, si puo inzuppare nel liquore o intingere nello zabaione. 

 

 

La ricetta per prepararlo in casa:

 

classica ricetta tradizionale

 

Ingredienti

500 g di mandorle sgusciate

300 g di miele

300 g di zucchero

100g di arancia o cedro canditi

3 albumi di uovo

2 limoni

ostie larghe

come fare:

  • I recipienti classici di rame quelli da polenta sono i migliori<3
  • Tritate la frutta candita, pelate le mandorle(scottandole in acqua bollente) stendetele su una placca e mettetele in forno a tostare.
  • Versate il miele in un recipiente cuocetelo a bagnomaria per 1 ora e mezzo mescolandolo con un cucchiaio di legno.
  • Intanto mettete al fuoco in  una seconda casseruola lo zucchero e 100 g di acqua, e semppre mescolando, fatelo cuocere fino a quando avrà raggiunto il grado di cottura ” alla caramella”( lo si riconosce se mettendo un pò di zucchero nell’acqua, questo diventa secco  e si spezza come il vetro), da non confondere con il caramellato.
  • Appena lo zucchero sarà quasi cotto, montate a neve gli albumi, poi uniteli al miele; la massa si gonfierà e diverrà bianca e spumosa.
  • Dopo 5 minuti aggiungete lo zucchero cotto, quindi unite le mandorle, la frutta candita, la scorza grattugiata dei limoni e mescolate per amalgamare gli ingredienti.
  • Coprite con le ostie il fondo di una tortiera, versatevi il composto preparato, e copritelo con le altre ostie e mettete sopra al torrone un vassoio e un peso da lasciare mezz’ora.
  • Quindi capovolgere la tortiera su un tagliere e con un grosso coltello affilato tagliare a pezzi il torrone.

 

La storia vera…

Non possiamo parlare di torrone senza rivolgere il pensiero a Cremona la città che si vanta di avergli dato i natali.

In realtà  però…

pare che i veri inventori di questa prelibatezza, siano stati nientemeno che gli Arabi, come scrupolosamente riportato da Gherardo Cremonese che tra il 1100e il  1150 tradusse il volume ” De Medicinis et cibis simplicibus” di un certo ABDUL MUTARRIF, medico di Cordoba in Spagna.

Nel libro si elogiava le doti di un dolce arabo a base di miele e mandorle, detto” Turun”, da preparare mescolando a lungo gli ingredienti e cuocendo poi il tutto con estrema cautela. Se la storia è andata veramente così, probabile che a far arrivare il primo torrone a Cremona siano state le navi che risalivano il Po che, tra l’altro, trasportavano anche le mandorle, frutto più esotico che Padano.

Crocevia di traffici provenienti dal Nord -Europa e dal bacino del Mediterraneo, la città Lombarda era infatti fin dall’antichità un importante porto fluviale, e in quanto tale, il punto d’incontro tra diverse culture, anche gastronomiche. Ecco perchè è realistico pensare, che il torrone non sia nato qui, ma qui sia stato adottato, nobilitato, e poi diffuso nel resto dell’Italia.

 

Bene<3…pronto il torrone ecco un delizioso dessert Natalizio con l’ingrediente principale il “VERO DURO”

 

Ricetta Natalizia

Semifreddo al Torrone

per 8 persone

Ingredienti

5 tuorli uovo

2 cucchiai di spumante secco

100 g di fruttosio in polvere

3/4 di litro di panna fresca,

1/4 di litro di latte

200 g di torrone alle nocciole

130 g di nocciole tostate

cacao in polvere

preparazione 25 minuti

cottura 30 minuti

come fare

  • Tritate le nocciole nel robot e mettetene 100 g in infusione nel latte caldo, lasciate riposare per 2 o 3 ore.
  • Polverizzare nel robot anche il torrone.
  • Con 1 tuorlo , 1 cucchiaio di fruttosio e lo spumante, preparare uno zabaione, che cuocerete a bagnomaria  finchè diventa gonfio e spumoso.
  • Montate la panna e incorporatevi lo zabaione freddo e il torrone polverizzato.
  • Versate il composto in uno stampo rettangolare foderato con pellicola da cucina e ponete il recipiente in freezer per una notte.
  • Filtrate il latte, ontate 4 tuorli con il rimanente fruttosio, diluite con il latte e cuocete la crema a bagnomaria( senza mai farla bollire) fin quando vela il cucchiaio.
  • Sformate il semifreddo e tagliatelo a fette, nappate con la crema tiepida i piatti e sistemate al centro di ciascuno una fetta di semifreddo.
  • Spolvezzate co le rimanenti nocciole tritate e cacao in polvere.

 

Nacque nel 1441 come dessert di un banchetto di nozze…

La città di Cremona rivendica da sempre i natali del Torrone, e a sostegno della sua tesi, porta un’eccezionale testimonianza storica:

un documento che testimonia la presenza di questa delizia croccante e friabile fin dal 25 Ottobre del 1441 quando comparve per la prima volta in occasione del sontuoso banchetto per le nozze di Bianca Maria Visconti con Francesco Sforza.

Un matrimonio davvero da favola, i cui festeggiamenti sulla pazza principale della città, proseguirono ininterrotti per 3 giorni e 3 notti.

Per coronare degnamente l”avvenimento i pasticceri di corte erano stati incaricati dalla famigla Visconti di studiare un dolce che rappresentasse degnamente la città, portata in dote dalla giovane Bianca Maria al suo sposo. E pochi giorni prima della fatidica data, ebbero la geniale idea: quel dolce sarebbe stato un delicato dessert ottenuto dall’impasto di miele, mandorle e albume d’uovo montato a neve, che riproduceva idealmente la magnifica Torre che affianca la Cattedrale di Cremona, chiamata “Torrazzo” o “Torrione”.

E fù allora che in onore del campanile, già simbolo della città lombarda, il nuovo dolce venne battezzato appunto TORRONE

 

Scendere quelle scale
che portano al mare
giungere fino alla riva
toccare l’acqua
percepirne
l’inizio
che si allunga
verso e oltre
il nostro orizzonte.

Antonio De Simone

 

 

 

Questo è tempo
impazzito di passione
piacere e dolore
oggi
di noi senza ieri
Galleggio
allagata di nostalgia
testardamente
stupita
da un insensato desiderio

         

       

       

Con PERE e CORBEZZOLI “la Torta al Grano Saraceno” di NonsoloNonna… DELIZIA d’ AUTUNNO


 

 

” Il tuo ombelico è una conca a semiluna, non vi mancherà il vino miscelato. 
Il tuo grembo è un mucchio di grano contornato da gigli”

(Cantico dei Cantici)

 

Mai come quest’ anno, mi sono ritrovata tante pere e corbezzoli  in Autunno, ho soltanto 2 alberi… ma sono stati sufficenti per produrre un’ infinità di pere, grosse tenerone e tanto dolci…i corbezzoli rossi e dolci come ciliegie hanno aiutato la mia fantasia nelle torte di stagione… ecco che stamattina ho pensato di fare una gustosissima torta ricordandomi di  una vecchia ricetta contadina…

 

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La Torta al grano Saraceno si puo fare tutto l’anno anche con le pere più dolci di Fine Agosto…

 

                         

 

” Nostalgia di Tradizione”

quando cucinare non era perdere tempo, ma un momento del vivere, e il quaderno delle ricette di casa, un prezioso libro da scrivere…


La mia ricetta antica

 con le pere di “Villa Ceppeto”

” Torta leggera al grano saraceno “ con mandorle e le “mie” pere BIO

ingredienti

per 8 persone


75 g di farina di grano saraceno

75 g di farina di riso

75 g di mandorle pelate

75 g di zucchero(fruttosio)

2 uova

3 pere grosse e morbide

1 limone

200ml

di latte

1/2 bustina di lievito da dolci

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Cosa fare:

  • Grattugiate un cucchiaino di scorza del limone e spremete il succo.
  • Tritate grossolanamente le mandorle e mescolatele con 25 g di zucchero.
  • Battete per alcuni minuti,possibilmente con l’aiuto di fruste elettriche, le uova con lo zucchero rimasto e la scorza grattugiata.Aggiungete prima la farina di riso setacciata insieme al lievito e dopo la farina di grano saraceno.
  • Ammorbidite l’impasto con il latte e poi stenderlo in maniera uniforme sul fondo di una tortiera da 26 cm rivestita con carta da forno.
  • Pelate le pere,tagliatele a fettine piccole,bagnatele con poco succo di limone e distribuitele in maniera decorativa facendole in parte penetrare nella pasta.
  • Cospargete le mandorle allo zucchero e infornate a 180°C per 30 minuti circa.
  • Servitela una volta raffreddata.


  • I 5 PREGI DEL GRANO SARACENO
  1. Non contiene glutine,quindi è adatto per celiaci.
  2. Risulta molto facilmente digeribile.
  3. Rispetto al frumento ha il triplo di lisina,un aminoacido essenziale che rende più” nobili”le proteine in esso contenute.
  4. E’ricco di sali minerali in particolare doi magnesio.
  5. Importante è il livello di lecitina,sostanza utilissima nell’equilibrio dei grassi nel sangue

 

 

 

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Quando l’amore ti chiama, seguilo.

Anche attraverso le sue tante vie faticose e ripide.
E quando le tue ali ti avvolgono, abbandonati.
Non importa se la spada nascosta tra le sue piume può ferirti.
Credi in lui, sebbene la sua voce possa frantumare i sogni e strappare fiori
nel giardino della tua anima.

Quando l’amore ti chiama, seguilo.

Lui sa accarezzare i momenti più teneri, anche quando tremano al Sole.
Seguilo.
Ti accoglierà come il prato che fa crescere l’erba, come il cielo che fa bionde
le spighe, come la macina che fa candido il grano.

Quando l’amore ti chiama, seguilo.

Conoscerai tutti i segreti del tuo cuore, così come sarai padrone di ogni
frammento della vita.
Non aver mai paura dell’amore.
Entra nel suo mondo.
Vivi le stagioni del sorriso, come pure quelle del pianto.
Scoprirai che non sono amare le sue lacrime.

Quando l’amore ti chiama, seguilo.
E lasciati guidare.

Kahlil Gibran

 

commento dell’amico poeta

Enrico Garrou

Chi è questa che sorge come aurora,
Bella come la luna,
Radiante come il sole
E maestosa come schiera armata?
Che bello il cantico dei cantici. Tu sai creare questi paradisi perché tu sai amare la bellezza di questa terra, sai amare la poesia, i frutti e i sogni della natura, il piacere di creare sapori e profumi. Un pensiero grande.
GRAZIE Enrico ❤
anche i tuoi commenti sono poesia

Estate di San Martino ♥️ 3 giorni belli e un pochinino…qui in Toscana è arrivata ieri


San Martino

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar


tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,

nel vespero migrar.

G.Carducci

 

La nebbia sale, lasciando una lieve pioggia, verso i colli carichi di alberi spogli, mentre il mare è in tempesta, pieno di onde e di schiuma, sotto il vento Maestrale.Ma le vie del borgo sono in festa e fermenta il mosto nei tini, diffondendo un odore apro di vino in tutto il paese, che rallegra gli animi.Sulla brace accesa e scoppiettante gira poi lo spiedo mentre il cacciatore sta fermo sulla soglia di casa a guardarera le nuvole rosse al tramonto, uno stormo di uccelli neri che, come pensieri vagabondi, si allontanano verso la notte.

         

Be’ …se la vogliamo chiamare estate

 

Le Origini…

La leggenda narra che Martino, l’11 novembre si trovasse ad Amiens, in Gallia nel cammino di ritorno verso casa. Nel bel mezzo di una bufera incontrò un mendicante rattrappito dal freddo e con un moto di generosità gli offrì metà del suo mantello. Dopo pochi attimi la pioggia smise di cadere, il vento si placò ed un bel sole fuoriuscì a riscaldare la temperatura. Quindi la leggenda prevede che la breve interruzione di tre giorni della morsa del freddo, si ripeta ogni anno per commemorare il gesto magnanimo e generoso, visto che Martino quelle stessa notte ebbe in sogno Gesù, che ebbe parole di stima per il futuro santo, sostenendo che dietro il travestimento del mendicante vi era proprio lui.

 

Tradizionalmente in questi giorni vengono aperte le botti per il primo assaggio del vino novello, che di solito viene

abbinato alle prime castagne, da qui il motto:

“a San Martino ogni mosto diventa vino!”

 

La ricetta da abbinare al “Vino Novello” 

 

“Il Castagnaccio”

 

 

 

Ingredienti

300 gr di farina di castagne

1/2 l di acqua

4 cucchiai di olio di oliva

3o gr di pinoli

50 gr di uva sultanina

30 gr di gherigli di noce spezzettati

2 rametti di rosmarino

1 presa di sale 

1 cucchiaino di fruttosio

come fare

  • Setacciare la farina di castagne e aggiungere l’acqua, la presa di sale mescolare bene
  • Aggiungere i pinoli, l’uvetta precedentemente messa in acqua per ammorbidirla le noci sminuzzate e il fruttosio
  • Aggiungere 2 cucchiai di olio di oliva e 1 rametto di rosmarino
  • Mescolare molto bene e lasciare riposare x 20 minuti
  • Intanto ungere con 1 cucchiaio di olio di oliva una teglia bassa antiaderente di 24 cm di diametro
  • Versare il tutto nella teglia e alla fine aggiungere foglie di rosmarino e 1 cucchiaio di olio di oliva
  • Mettere in forno a 220°, precedentemente riscaldato per 35-40 minuti

 

 

 

ma siiii…che poi è arrivata…l’estate

 

 

Basta un poco di zucchero e mandorle e come per magia… “la nuvola” degli ANGELI o ” il pandolce delle FATE”


 

 

” Non importa che tu sia credente o scettico

gli Angeli credono in te”

Doreen Virtue

 

Leonardo da Vinci

L’Angelo annunziante

Quando apparve si scatenò un firmamento di arcobaleni,

astri vagavano nel blu del cielo come lacrime d’amore,

fiori umidi dal pianto dell’aurora sorrisero,

le rose narravano incanti, farfalle palpitavano sopra i fiori.

Nel suo volto scorreva il cosmo, le sue ali avevano riflessi d’oro,

i capelli erano biondi come di sposa bambina,

nella mano un giglio candido bagnato dai sogni,

il suo corpo era metamorfosi di luce,

luce di perle, che illuminava tutto.

Un soffio d’amore infinito riempì il mio cuore,

quando la parola uscì dal paradiso delle sue labbra

ed Io compresi: nelle parole artefici della luce e della visione

vidi il tuo volto, la tua bellezza che seduce la luna

e fa cantare gli astri, vidi il tuo corpo intrecciato al mio,

anime perse in un mondo di nettare e di ghirlande di viole,

avvolti dal profumo dei gelsomini.

Sprofondai nella creazione, nell’immagine del futuro,

oltre il tempo, lo spazio, nell’anima delle conchiglie,

nel lago dell’amore infinito dove convivono tutti i colori,

dove soli pieni di miele si specchiano rapiti.

La rivelazione terminò mentre in cielo danzavano comete,

l’angelo volò via dai miei occhi, lasciandomi la nostalgia di Te,

ed io sprofondai nel dolce pozzo dei sogni.

Enrico Garrou

enricogarrou.wordpress.com

 

***

 

Gli Angeli, al mattino possono essere visti fra una rugiada piegarsi, sorridere, volare.

Gemme e germogli appartengono forse a loro?

– Emily Elizabeth Dickinson (1830 – 1886)

 

 

 

 

 

 

Gli Angeli sono esseri di luce e sono divini stando dando un grande aiuto all’umanità in questo momento di cambiamento ma sono sempre molto rispettosi del libero arbitrio di ciascuno…

Parlando con Cindy portavoce degli Angeli…

Legati alla religione cattolica gli Angeli sono stati presenti per secoli nella cultura Occidentale(e figure analoghe si trovano anche in altre religioni, per questo se pur ufficialmente screditati, godono ancora di un’accoglienza bonaria anche tra chi nega qualsiasi fenomeno metafisico. Nell’800 l”illuminismo corroborato da un materialismo crescente, ha allontanato l’uomo Occidentale dalla sfera dell’invisibile rigettando tra lle varie forme di credenza, anche quella negli Angeli. M una vita senza fede e senza Angeli ci lascia orfani dell’amore e del sostegno divino, disorientati da una realtà fine a se stessa e unicamente materiale.. Sara forse per questo che a partire dagli anni 60 si espande nella nostra cultura un nuovo desiderio di spiritualità che da avvio a nuove forme di esperienza e ricerca più individuali rispetto al passato ed è in questo contesto che sono stati riscoperti anche gli Angeli, forze soprannaturali oggi viste non solo quali messaggeri di Dio ma anche come sostenitori del nostro cammino personale, addirittura amici con cui trattenersi quotidianamente. In verità assicura chi parla con gli Angeli, collaborare con le entità Angeliche lasciare andare, avere fede e fiducia ed essere coscienti che il divino, la vita, gli angeli sanno distinguere ciò che chiediamo e ciò che abbiamo realmente bisogno nel loro contribuire nella nostra evoluzione verso la luce

 

 

 

I nostri amici (quasi) invisibili…

Una interessante intervista con Isabelle Von Fallois, la cui esperienza di guarigione con l’aiuto degli Angeli ha commosso e ispirato persone di tutto il mondo. Oggi Isabelle e un’affermata scrittrice e coach a livello internazionale, che ha l’obbiettivo di facilitare la comunicazione tra uomini e angeli:

“Anche se questo può sembrare incredibile, il desiderio degli Angeli di comunicare con noi e immensamente più grande del nostro desiderio di comunicare con loro, assicura Von Fallois che con gli Angeli ha un rapporto quotidiano, veramente pronti a lasciare  andare la nostra storia e il nostro passato. Mentre realizziamo che non siamo la nostra storia, possiamo trasformarla, e la nostra vita cambia in modo meraviglioso”.

Gli Angeli sono dei compagni meravigliosi che possono  aiutarci  e a vedere più chiaro e a incamminarci passo dopo passo sui nuovi sentieri.

 

 

 

Ad Isabelle durante uno dei suoi seminari è stato chiesto:

Come comunicano gli Angeli con noi?

Comunicano con noi in molti modi, facendoci trovare delle piume in posti inaspettati, attraverso canzoni che contengono un messaggio, attraverso le nuvole a forma di Angelo, attraverso le sensazioni che riceviamo con i nostri canali interiori di chiarudienza, attraverso immagini e visioni Angeliche, attraverso le parole che ci dicono”

Come mettersi in contatto con loro?

Si può chiamare un Angelo in molti modi e non c’è nulla che bisogna obbligatoriamente fare, puoi rivolgerti a lui come amico, naturalmente puoi meditare o invocare uno o più Angeli oppure prega re chiedendo l’aiuto di un Angelo, sarebbe fantastico se tutti cominciassero a parlare con il proprio Angelo e io non posso fare altro che consigliarlo. Quando siamo presi da un’emozione che sia di tristezza o altro, se non abbiamo nessuno, né un amico, né un partner, in ogni momento possiamo raccontare tutto al nostro Angelo custode, anche a voce alta se vogliamo, e il bello è che quando lo facciamo diventiamo più calmi e abbiamo più chiarezza, per gli Angeli è importante poterci sostenere, ma possiamo farlo solo se noi chiediamo, perché sono tenuti a rispettare il nostro libero arbitrio.

E’ una capacità che tutti possono acquisire?

“La vibrazione della terra sta aumentando sempre di più, e sempre più persone avranno la possibilità di parlare con gli Angeli o con i trapassati. Ogni uomo e ogni donna possono farlo, perché siamo tutti Uno. Se tutti ci ricordassimo veramente di questo, che siamo parte di Dio, che siamo Angeli in terra,saremmo in grado di portare alla luce tutte le capacità che vivono in noi e di essere presi per mano  dagli Angeli e dalle Entità di Luce. Nei momenti di luce e nei momenti di buio, perché entrambi sono realtà. È per questo siamo qui per vedere l’amore infinito, ed è per questo che abbiamo l’aiuto degli Angeli”.

 

 

 

Ricetta soffice soffice…

Il Pandolce delle Fate o…

La nuvola degli Angeli

 

 

ingredienti per 6 persone

**

300 g di farina BIO 00

80 g di fruttosio

100 g di burro BIO ammorbidito

2 uova

miele di acacia

150 ml di latte fresco intero

1 bustina di vanillina

1 bustina di lievito x dolci

80 g di mandorle tritate 

essenza di mandorle 

granella di zucchero bianca o… colorata rosa e azzurra

sale

(magari rosa e fucsia se hai …

un centrotavola con rose rosa come nelle foto)

 

come fare

  1. Preriscaldare il forno a 180°.
  2. In una terrina capiente, impastate la farina, le uova, lo zucchero, 2 cucchiai di miele, il burro a pezzetti precedentemente ammorbidito, la vanillina, 1 pizzico di sale, tutto il latte e 10 gocce di essenza di mandorle.
  3. Quando avete ottenuto un’impasto omogeneo e soffice, aggiungete il lievito e poi versate il composto in uno stampo da plumcake imburrato e infarinato.
  4. Unire insieme mandorle tritate e la ranella di zucchero in quantità abbondante per farne uno strato nel fondo prima di mettere l’impasto e uno strato alla fine prima di infornare.
  5. Infornare il pandolce per 40-45  minuti.
  6. Lasciare raffreddare e tagliare a fette magari spalmate sopra un velo di gelatina alle rose e panna rosa montata.
  7. La Fata consiglia se avanza…il giorno dopo sarà perfetto da inzuppare in una grande tazza di latte fumante!

 

 

 

e poi…ci sono LE FATE

 

La credenza nelle Fate e negli esseri appartenenti al piccolo popolo e ancora molto viva. Infatti per quanto riguarda i paesi celtici, le Fate sono ancora una presenza quotidiana, ben viva nel folklore, nell’ambito della quale rappresentano valori caduti in disuso quali ad esempio il disprezzo per le ambizioni eccessive, l’avidità e l’abitudine a mentire e un forte senso dell’onore che obbliga a mantenere la parola data, sono molte le persone che credono nell’esistenza delle fate e desidererebbero più di ogni altra cosa poterle vedere ed entrare in contatto con queste meravigliose creature. Chi ha visto le fate sostiene che esse vivono nel nostro stesso mondo e che sia possibile entrare in comunicazione con loro, usando un sesto senso, più acuto della vista, che aiuta la vista stessa a percepire la luminosità che gli esseri fatati emettono.

Secondo Nora Van Gelder:” gli esseri fatati fanno parte di una grande linea evolutiva che si sviluppa parallelamente a quella umana e che, come quest’ultima inizia con alcune forme estremamente primitive e sale passando attraverso le Fate e presenta come propri esseri più elevati quelli che tradizionalmente sono chiamati Angeli o Deva. Rispetto agli Angeli le Fate si collocano più o meno come gli animali in confronto agli esseri umani.

Altri studiosi ritengono che le Fate derivino dalla mitologia dei Celti e che siano quindi immagine di Dee demonizzate dal Cristianesimo e recuperate nel folklore. La tradizione Celtica ritiene che la stirpe delle Fate siano i Tuaha de Dannan ovvero il popolo della Dea Dana. Sotto un certo punto di vista le Fate potrebbero essere un elemento di continuità tra l’universo della mitologia e quello della fiaba.

 

 

 

Chi è la Fata:

Ma chi sono le buone vicine :

  1. le fate abitano nel cosiddetto regno di mezzo. Questo luogo esiste da sempre ed è ovviamente di molto precedente il Cristianesimo. I luoghi delle Fate si trovano in alture e sonno spesso riconoscibili per la presenza di biancospino.
  2.  Le fate posseggono immensi tesori, esse sono disposte a cedere le loro ricchezze a chi si dimostra buono e gentile, ma guai a sottrargli con l’inganno: nel migliore dei casi le pietre preziose e le monete d’oro si trasformeranno in foglie secche e pezzi di ghiaccio.
  3. Una caratteristica fisica delle Fate e di essere creature bellissime, che presentano un particolare inquietante, coda di pesce piedi caprini o di oca.
  4. Le fate si radunano a danzare nei prati o in luoghi difficilmente accessibili. Se qualcuno dovesse vederle è bene che non si avvicini, ti invitano loro e non puoi smettere di ballare se non all’alba, quando il canto del gallo allontanerà gli esseri fatati. Ma una notte delle fate puô durare molti anni del tempo umano…
  5. Le Fate aiutano le persone in difficoltà. A d esempio in montagna è nota la tradizione della Dama Bianca. Questa bellissima creatura avvisa i montanari dell’approssimarsi di valanghe e altre calamità, ma quando qualcuno cerca di avvicinarla scompare.
  6. Le fate adorano la musica, e spesso sono udite cantare. La loro voce e talmente melodiosa che può indurre le persone a lasciare ogni altra occupazione e ad ascoltarle per sempre

 

L’origine delle Fate:

Tra i massimi studiosi del folklore, e in particolare Proop( le radici storiche dei racconti di fate 1972) ritengono che via sia una relazione diretta tra i miti primitivi che riguardano il culto della Grande Madre, i culti della fertilità e le fate, che sono diventate protagoniste di fiabe e racconti popolari in Europa dall’XI secolo in poi. In particolare vi è un rapporto molto stretto tra i siti megalitici e il popolo fatato, infatti, questi luoghi sono spesso associati alle fate o a esseri magici, diventandone le abitazioni. L asessa cosa si verifica nel caso di alberi e fontane sacre. Ne abbiamo molti esempi in archeologia: a Pontsusval, Finistère, vi sono alcuni Menhir chiamati Les Danseuses, in Sardegna troviamo le Domus de Jana e in moltissimi luoghi vi sono le colline delle Fate, camere delle Fate, tombe delle Fate ecc…Dalle fonti però sappiamo che anche nel XII secolo i Sassoni praticavano il culto degli alberi e delle sorgenti, da sempre abitazioni di fate, i Celti e i Bretoni vennero in passato attaccati più volte che condannavano come sacrilegi i riti di accendere fuochi vicino a sorgenti e alberi.

 

I luoghi delle Fate:

I Gallesi pensavano dapprima  che il luogo fosse situato a nord della loro terra montagnosa in seguito nella misteriosa penisola occidentale del Pembrokeshire, tutte rocce e nebbia, più tardi in un isola del Canale di San Giorgio al largo della stessa costa. Gli Irlandesi chiamarono Hy Breasail l’isola fantasma che, secondo loro, si trovava ad ovest. I britanni erano convinti che l’isola fantastica fosse l’isola di Man.

Nelle tradizioni delle popolazioni Nordiche spesso le Fate abitano isole  che scompaiono, luoghi dove è sempre Primavera e il sole non tramonta mai, in questi luoghi ovviamente non è necessario lavorare, perchè la terra produce frutti in abbondanza..La più nota di queste isole che compaiono e scompaiono all’orizzonte è Tir Nan Og, il luogo nel quale si sono rifugiati i Tuatha de Dannan i mitici primi abitanti dell’Irlanda.

Ma a parte questi luoghi considerati le “” capitali” delle Fate, esse vivono in ogni luogo naturale e incontaminato, amano i luoghi rialzati e le colline, infatti la parola Gaelica che identifica le Fate Sidhe significa espressamente popolo delle colline. Secondo alcune leggende è estremamente difficile rinvenire l”ingresso a questi luoghi, ed è possibile solamente, camminando per 9 volte in una notte di Luna Piena.

 

 

  

Una promessa d’amore inossidabile che supera il tempo, le avversità più singolari e le situazioni più impensabili e colora di poesia il presente.

Quindi coccole lente e languide che fantasticano sulla tua pelle bianca, saltellando allegre e colorate sui tuoi capelli.

Quindi il futuro a portata di mano, con la soavità e l’allegria e la leggerezza che mai avresti osato sperare e la semplicità dell’essere insieme finalmente!

Quindi accade quello che doveva accadere, quello che era nell’ordine delle cose, quello che ormai non fa più paura.

Quello che è.

 

Quindi

 

 

15 FEBBRAIO…IL MIO AMORE EXTRATERRESTRE…dolcetti, cappuccino e riflessioni con le amiche


E’ PASSATO 1 ANNO…Tutto è come prima x Bea

io però non ho rinunciato ai dolcetti e chiacchiere con le amiche 

***

 

 

“Non credo alle persone che mi ripetono quanto io sia per loro importante e fondamentale ,

credo alle persone che in silenzio scelgono ogni giorno di non andarsene”

SAN VALE

San Valentino il giorno dopo…

15 FEBBRAIO … anche ieri non si è visto era in missione!

E’ una situazione angosciosa nella quale mi dibatto senza via di uscita:

Non so come fare a dire a mio marito che ho intenzione di lasciarlo perché mi sono innamorata di un’ altro uomo…(ma questa è storia vecchia e anche banale si è già verificato e sentito milioni e milioni di volte)…però questa volta è diverso mi sono innamorata di un Alieno, un extraterrestre. Siiiii avete capito bene, un extraterrestre ma non come pensate voi, il mio Lui.. non e tondetto e verde con le antenne al posto degli occhi. E’ in tutto e per tutto uguale ad un terrestre, e dirrei anche un tantino più bello. Il mio Talvaldo mi ha spiegato che loro devono prendere le sembianze degli abitanti del pianeta, che sono incaricati di esplorare. Il nome glielo assegnano sfogliando dei vecchi registri di cui sono venuti in possesso e in questo senso sono rimasti un pochino indietro. Talvaldo mi ha detto che quando Lui torna a casa in licenza sul suo pianeta, d’aspetto è tutto diverso ma non ha voluto entrare nei dettagli per non spaventarmi.

Io ti chiedo: ma se è in tutto uguale a uno di noi, perché tu pensi che sia un’alieno? come fai ad essere cosi sicura?

Mi sono posta anche io questa domanda:

Devi sapere che gli esploratori inviati in giro per l’universo hanno la proibizione assoluta di innamorarsi e di stabilire legami sentimentali duraturi con le donne del posto, ma Talvaldo, appena mi ha visto a perso la testa e ha infranto le regole. Come dargli torto?. Per ridurre al minimo il rischio che i suoi capi vengano a saperlo e lo richiamino in patria, dobbiamo vederci di nascosto e, quando andiamo in giro a comprare cose per Lui, o al Ristorante o in Albergo, pago sempre io. La verità è che quelli che comandano sul suo pianeta li spediscono in giro per l’universo praticamente senza istruzioni, per fortuna Talvaldo fa in fretta ad imparare le nostre abitudini. Gli ho prestato la mia carta di credito e il mio Bancomat vedessi come è diventato bravo a fare i prelievi!.In questo sembra proprio uno di noi. Anche con il nostro cibo a fatto progressi, incredibili in primo tempo era cosi affamato che gli andava bene tutto panini, pizze, focacce, semolini: poi è stata la fase dei piatti tipici e adesso siamo al top, ostriche, champagne e tartufi. Ogni tanto si ritira in una località segreta per compilare e spedire un rapporto. Persino le pile del suo trasmettitore  gliele devo comprare io, è incredibile che li mandano in giro cosi senza mezzi. Qualche volta parliamo del nostro futuro ma Talvaldo mi ha fatto capire con molto tatto che è impensabile, che Lui possa portarmi con sé nel suo viaggio di ritorno, troppo diverse le loro abitudini dalle nostre. 

 Nonostante il fatto, che il nostro Amore non abbia futuro, io vorrei ugualmente dire tutto a mio marito!

Devo inoltre dire che…
Sono innamorata alla follia e non nascondo che coltivo il sogno, che il mio Talvaldo si decida a chiedere asilo politico e
“Rimanga sempre con me”.

Adoro la mia amica Bea che nonostante tutto…

 non ha perso l’ironia.

***

e adesso dolcetti:

il Bacio di Nonsolononna

” Tartufi di castagne e noci pecan”

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Ingredienti

200 g di castagne (marroni sbucciati)

100 g di noci pecan sminuzzate

1 bicchieri di latte

50 g di cioccolato fondente

40 g di burro

70 g di zucchero

1 cucchiaio di estratto di vaniglia

cacao amaro in polvere

2 cucchiai di cognac

  • In un pentolino fare ammorbidire per una decina di minuti le castagne nel latte.
  • A parte sciogliere a bagnomaria il burro con il cioccolato spezzettato.
  • Passare le castagne nel passaverdura o schiacciare con lo schiaccia patate.
  • Sminuzzate finemente le noci pecan, aggiungerle al composto di castagne.
  • Alla purea ottenuta aggiungere lo zucchero a velo.
  • Il cioccolato fuso e l’estratto di vaniglia, profumare con il cognac.
  • Mescolare il composto ottenuto con una spatola, il composto deve essere morbido e omogeneo.
  • Se è troppo asciutto, ammorbidirlo con 1 o 2 cucchiai di latte.
  • Far raffreddare il composto in frigorifero per almeno mezz’ora, coperto con una pellicola trasparente.
  • Prendere un pò di impasto con 1 cucchiaino e formare delle palline del diametro di 2,5 cm circa usando i palmi delle mani, passarle nel cacao e metterle nei pirottini  di carta.
  • Si conservano in frigo, coperti per 3-4 giorni.

 

Financiers ai pistacchi e mandorle

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ingredienti

 per circa 12 mini financiers

100 g di burro

3 bianchi d’uovo

100 g di zucchero a velo

25 g di mandorle sminuzzate finemente

1 cucchiaio di miele

125 g di pistacchi sminuzzati

 come fare:

  •  Accendete il forno a 180°
  • Fate fondere il burro in un pentolino fino a quando scoppietta e odora di nocciola
  • Battete a schiuma i bianchi d’uovo, aggiungete lo zucchero vanigliato, la farina, le mandorle, i pistacchi e mescolate.
  • Suddividete l’impasto in piccoli stampi per muffins in silicone o in pirottini di carta e aggiugere se volete anche qualche frutto piccolo, lamponi o mirtilli.
  • Fate cuocere per 15 minuti sfornare e lasciare intiepidire.

 

io ho te…nella mia vita<3<3<3

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e tanti romantici momenti insieme…<3 

Christmas homemade…26 Dicembre la CROSTATA DECORATA con Stelle,Slitte & babbo natale


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“E l’amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno. Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare. Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva. Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava…”


(Luigi Pirandello)

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Ricetta

Marmellata di Sorbe

Corbezzoli e Mele Annurca

ingredienti

300 g di sorbe

300 g di corbezzoli

300 g di fruttosio

5 mele annurca

2 stecche di vaniglia

1 l di acqua

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come fare:

  • lavare sorbe, metterle a bollire con il litro di acqua
  • aggiungere la meta zucchero e la stecca di vaniglia
  • lasciare bollire per circa 40 minuti a fuoco basso
  • fare la stessa cosa con i corbezzoli
  • passare poi nello schiacciapatate le sorbe riuscirete così a separare la polpa dalle bucce e noccioli.
  • passare i corbezzoli al setaccio premendo forte per togliere così i piccoli semi
  • Unire le due marmellate in modo da formarne una unica.

Ricetta

Sfogliata leggera con marmellata di sorbe

corbezzoli e mirtilli

 

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ingredienti

pasta sfoglia cm 24 rotonda

pasta sfoglia quadrata da usare per le figure

vari stampini con figure

oppure disegnarli su cartoncino e poi intagliati  su pasta sfoglia

1 vasetto di marmellata di sorbe e corbezzoli

150 g di pistacchi sminuzzati o interi come preferite

 

come fare:

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è stato bello…

invitarmi fuori a bere una coppa di bollicine in un bel posto in riva al lago

 

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CURCUMA…l’ORO dei re magi & le mie “salutari”ricette Natalizie


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Particolare dell’Adorazione dei Magi…un dipinto del Perugino

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Ero a Firenze  il 5 gennaio dello scorso Anno, ospite ad un party natalizio organizzato da un famoso  cardiologo che aveva operato a N.Y  al Mount Sinai Hospital; gli chiesi cosa volesse nella calza della befana! «Un po’ di curcuma» mi rispose. Dopo avermi fatto leggere decine di lavori sull’utilità del curry in cardiologia, capii che non scherzava affatto. E mi raccontò le origini di questa radice (con cui adesso si prepara il curry) sostenendo che l’oro portato in dono al Bambin Gesù dai Re Magi non fosse il vile metallo bensì la polvere di curcuma dall’intenso colore giallo oro, già da allora mescolata a pani e focacce per dare sì sapore ma anche (visto il suo forte potere antibatterico) per combattere le mille infezioni possibili nei paesi caldi.

 

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adorazione dei MAGI del Perugino

CURCUMA…la PREZIOSA PIANTA

nel giardino di Nonsolononna

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La mia ricetta natalizia …Biscotti alla Curcuma

ricetta

Cuori, angeli & C

ai Pistacchi e Curcuma

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ingredienti per 60 pezzi

40 g di burro

80 g di fruttosio

1 uovo bio

la scorza di 1/2 arancia bio

100 g di pistacchi non salati, sgusciati e tritati

150 g di farina di kamut bio

glassa reale “fatta in casa”

(vedi ric. nel BLOG)

2 piccoli cucchiaini di curcuma

3 cucchiai di pistacchi sgusciati non salati

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preparazione

biscotti & decori

  • In una terrina ammorbidire il burro.
  • Unire  fruttosio, uovo e scorza di arancia e amalgamare fino ad ottenere un composto omogeneo e chiaro.
  • Unire i pistacchi tritati finemente, la farina, il curcuma e formare rapidamente una palla di impasto, appiattirla leggermente.
  • Coprirla e metterla in frigo per 2 ore.
  • Su un ripiano spolverato con un po’ di farina, stendere poco per volta l’impasto a uno spessore di 7 mm circa.
  • Con i vari disegni di stampini natalizi tagliare l’impasto steso e disporre i biscotti su una placca foderata con carta da forno
  • Cuocere in forno per 8 minuti nella parte centrale preriscaldato a 180 gradi.
  • Sfornare e trasferire con la carta da forno su una griglia e lasciar raffreddare.
  • Preparare la glassa reale con curcuma (vedi ricetta nel blog).
  • Intingere o biscotti nella glassa.
  • Cospargere con i pistacchi e far raffreddare

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e poi ancora curiosità:

 

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Ma anche gli altri doni dei Magi, oltre ad un forte valore simbolico, avevano una grande utilità nella vita comune.
La mirra è una resina profumata estratta dalla Commyphora, usata nella vita quotidiana come disinfettante e profumo. In campo medico veniva usata come anestetico: mirrato era il vino che il soldato romano offrì a Cristo sulla Croce per alleviarne le sofferenze. A duemila anni di distanza un lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature ci dice che la mirra ha, in effetti, gli stessi meccanismi di azione della morfina. E questo spiega perché sotto l’imperatore Augusto in ogni campo di battaglia, sui carri-ambulanza era obbligatorio avere la mirra.
Ancora più utile l’incenso, conosciuto per il suo uso in campo liturgico. Ma la pianta dell’incenso (Boswellia) ha ben altri meriti: i suoi componenti hanno proprietà antinfiammatorie, e, infatti, la boswellia viene comunemente usata nella moderna fitoterapia per la cura di artrite, artrosi, ma anche patologie più gravi quali ad esempio la colite ulcerosa.

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La curcuma …è l’antinfiammatorio naturale più potente fra quelli individuati finora.

La curcuma va mescolata al pepe nero e diluita nell’olio di oliva per fare in modo che possa esprimere al meglio i suoi effetti.

 

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Curcuma:

  1. La curcuma protegge il fegato dai danni provocati da tossici ambientali e alimentari e da microrganismi patogeni.
  2. Stimola anche la produzione di bile, migliorando quindi la digestione dei pasti, le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti in particolare di quelli abbondanti e ricchi di grassi.
  3. Recenti studi ne hanno accertato scientificamente le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti

 

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e poi ancora:

una ricetta salutare

CURRY DI VERDURE E ANANAS

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 ingredienti

400 g di patate dolci
1 cipolla
200 g di sedano
1 ananas
1 cucchiaio d’olio d’arachidi
2 cucchiai di curry rosso in pasta
5 dl di latte di cocco
1 cucchiaio di salsa di soia

preparazione:

  • Pelate le patate dolci, tagliatele in quattro e poi a bocconi.
  • Cuocetele al vapore. Tritate la cipolla. Tagliate a pezzi il sedano e l’ananas.
  • Scaldate l’olio in un wock o in una padella ampia.
  • Rosolatevi il curry in pasta.
  • Soffriggetevi brevemente la cipolla e il sedano
  • Aggiungete il latte di cocco e fate cuocere il curry a fuoco lento per ca. 30 minuti.
  • Unite l’ananas e le patate dolci.
  • Insaporite il curry di verdure con la salsa di soia.

.

E quando amiamo, siamo felici senza un perché.. 

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la vita è fatta sì di impegno e cose serie e costruttive, ma anche di doni, di magia, di polvere di stelle…e noi siamo esseri che de-siderano: desiderare, etimologicamente, significa cercare di

prendere dalle stelle.

 

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Auguri dolcissimi a tutti!

 

 

 

Con un poco di Rabarbaro, qualche Pera e gli ultimi Fiori di Gelsomino…la “PEARS PIE” di NonsoloNonna


 

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L’ incantesimo

Seducente è
il tuo profumo,
gelsomino
della notte misteriosa.

Con dolcezza di seta
accarezzi
l’aria trepida
e mite.

Dolce è
il ricordo che evochi.
Ancora più
dolce è
il sogno che provochi.

Edwin Agustìn Lozada
(da Sueños anónimos, 2001)

 

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Non potevo lasciare cadere gli ultimi fiori di gelsomino senza regalarmi questo delizioso dolcetto, anche perchè l’unico albero di pere che se ne sta a rami aperti  tutto il giorno contro l’assolato muro quest’anno è stato più generoso del solito…ed ecco che la mia cena sotto la pergola ha avuto come ingrediente principale le succulente pere…l’ispirazione per l’antipasto l’ho avuta dalla cara e fantasiosa amica blogger Silva, per il primo piatto sono da anni famosi i miei straccetti fatti in casa alle  pere e pecorino di Pienza e il dolce ecco qua la sorpresa! sorpresa anche per me l’ho inventato oggi…ho aperto il frigo e avevo ancora del rabarbaro e qualche vasetto di marmellata di uva spina e basta UN POCO DI ZUCCHERO….e

 

La mia ” PEARS PIE “ è pronta…

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ingredienti

1 pasta sfoglia tonda

1 mezzo bicchiere di marmellata di uva spina

30 g di mandorle a scaglie 

4 grandi pere mature

1 manciata di fiori di gelsomino

succo di sambuco

2 cucchiai di miele alla lavanda

zucchero semolato

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come fare…

  1. Zuccherare i fiori di gelsomino e lasciare asciugare per qualche ora. (vedi mio post delle violette zuccherate)
  2. Pennellare i fiori con miele diluito in acqua prima di passarli nello zucchero.
  3. Stendere dentro una tortiera di cm 24 la pasta sfoglia, sul fondo mettere la marmellata di uva spina e le mandorle a scaglie.
  4. Mettere 5 minuti in forno fino a quando la sfoglia non avrà preso il classico color caramello.
  5. Mettere in una casseruola 2 cucchiai di uva spina, il miele alla lavanda e una bustina di vanillina e diluire con succo di sambuco, sciogliere il tutto e unire le pere tagliate a fettine con la buccia. 
  6. Cuocere per 10 minuti (a 2 minuti dalla fine aggiungere il rabarbaro).
  7. Togliere dal forno la torta e posizionare le pere e il rabarbaro precedentemente preparati sul fondo della tortiera.
  8. Spennellare la frutta con la marmellata di uva spina e spolverare con zucchero di canna, cuocereper 25 minuti a 5 minuti dalla fine togliere la torta dal forno e posizionare sopra i fiori di gelsomino precedentemente zuccherati, spolverare ancora i fiori con zucchero fine.
  9. Rimettere in forno per qualche minuto …voilà la pears pie è pronta

 

 

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IL GELSOMINO NOTTURNO

Giovanni Pascoli

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E s’aprono i fiori notturni,

nell’ora che penso a’ miei cari.

Sono apparse in mezzo ai viburni

le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:

sola una casa bisbiglia.

Sotto l’ali dormono i nidi,

come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala

l’odore di fragole rosse.

Splende un lume là nella sala.

Nasce l’erba sopra le fosse.

Un’ape tardiva sussurra

trovando già prese le celle.

La Chioccetta per l’aia azzurra

va col suo pigolìo di stelle.

Per tutta la notte s’esala

l’odore che passa col vento.

Passa il lume su per la scala;

brilla al primo piano: s’è spento…

È l’alba: si chiudono i petali

un poco gualciti; si cova,

dentro l’urna molle e segreta,

non so che felicità nuova.

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Curiosità

La poesia “Gelsomino notturno” fu composta da Giovanni Pascoli per le nozze dell’amico Raffaele Briganti e vi è raffigurato il tema dell’unione dei due sposi e del conseguente germogliare di una nuova vita. Nei versi è presente una metafora sessuale delicatissima. Il gelsomino notturno è fiore che si apre di notte e di giorno si chiude. Il simbolismo pascoliano si esprime nel rapporto tra il fiore e la donna, il fiore fecondato grazie alle farfalle notturne che ne trasportano il polline è metafora della donna resa madre nell’unione con il compagno.
L’elemento della narrazione è affidato a delle immagini e il poeta coglie il mistero che palpita nelle piccole cose della natura. Si accorge che la notte, quando tutto intorno è pace e silenzio, vi sono fiori che si aprono e farfalle che volano. Una vita inizia quando la vita consueta cessa. L’ora della vita notturna è anche un’ora di malinconia per il poeta che prova un senso di esclusione.
Il binomio vita e morte è evidente ai versi 1-2 (immagine dei fiori notturni e il ricordo dei familiari defunti), al verso 4 (farfalle crepuscolari simbolo sia di vita che di morte) al verso 12 (nascere dell’erba sulle fosse), al verso 23 (l’urna, elemento funerario, è metafora del ventre femminile, generatore di nuova vita).

 

 

 

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e il mondo mi si rivela, colmo di bellezza…

 

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Che, alle volte, scene dimenticate da molto tempo, apparentemente senza nessun movente, all’improvviso ci tornino alla memoria con molta vivacità, può, in molti casi, avvenire perché sentiamo un tenue profumo, percepito quasi inconsapevolmente, come allora. È noto, infatti, che gli odori risvegliano facilmente i ricordi, e dovunque al nexus idearum basta un’occasione sia pure assai insignificante.

ARTHUR SCHOPENHAUER, Parerga e Paralipomena

 

 

 

 

La bizzarra dispensa dei miei liquori: ” Quelli con le foglie” post 1


 

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L’amore è in grado di fare miracoli, e chi si sente guardato con amore,

 produce cambiamenti miracolosi nella propria vita.

Nonsolononna

 

 

Tradizioni di famiglia…

La Ricetta @ di mia cugina Mary

sciroppo con foglie  di amarena 

 

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Ingredienti

100 foglie verdi di ciliegie amarene

1 l di vino rosso

1 limone a fette

500 g di zucchero

Adatto per fare sia gelato che granite, diluito in acqua fresca e un’ottima e salutare bibita, io l’ho provato anche come tisana è eccellente, come sciroppo in aggiunta finale a qualsiasi dolce e gelato.

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come fare

  1. Mettere a macerare per 2 giorni  le 100 foglie con il vino e il limone a fette
  2. Scolate, filtrare e poi bollire il succo ottenuto con lo zucchero almeno per 1/2 ora, lasciare raffreddare e imbottigliate.

 

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Dolce campagnolo al grano saraceno

 mirtilli, pere e nocciole

con “sciroppo di amarene” 

Ingredienti

250 g di farina di grano saraceno

250 g di nocciole tritate

180 g di burro

200 g di fruttosio 

6 uova

una bustina di zucchero vanigliato

3 pere

250 g di mirtilli freschi

1 stecca di vaniglia

1 bicchiere di sciroppo di amarene

(quello fatto in casa con le foglie)

 

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come fare

  • Ammorbidire il burro e lavorarlo con il fruttosio e i tuorli delle uova( aggiungere i tuorli non insieme ma 1 ad 1) fino ad ottenere una crema soffice.
  • Aggiungere poi la farina, le nocciole e lo zucchero vanigliato.
  • Montare a neve gli albumi e incorporarli delicatamente.
  • Aggiungere all’impasto le pere sbucciate e tagliate a piccoli pezzettini.
  • Versare il tutto nella teglia  rettangolare imburrata e infarinata.
  • Cuocere  per 45 minuti a 200° ( il forno deve essere precedentemente portato a temperatura).
  • Mettere lo sciroppo di amarene a bollire con la stecca di vaniglia  incisa nel senso della lunghezza, aggiungere i mirtilli e lasciare bollire per 3 minuti, lasciare intiepidire.
  • Passati 30 minuti aprite il forno e versare lo sciroppo tiepido SOPRA ALLA TORTA rimettere in forno e fare terminare la cottura.
  • L’aspetto finale è di una glassa rossa al profumo incredibile di amarene.

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Questa ricetta è dedicata al mio amico Enrico romantico poeta che fa sempre i complimenti alle mie ricette

e naturalmente a tutti voi cari amici blogger che ogni giorno mi seguite e commentate <3<3<3

 

enricogarrou.wordpress.com

Le tentazioni di Lancillotto

“Io non posso scegliere perché sono vostro prigioniero

e poi amo Ginevra che non è bella quanto voi,

Ginevra ha il volto, il corpo, l’anima, di Ginevra,

un uomo può amare Ginevra sapendo chi ama o anche odiarla vero,

ma voi no mie regine, i vostri volti non sono veri,

sono le immagini di quello che desideravate essere.

Ginevra ha un corpo che porta i segni del tempo,

delle gioie, delle sofferenze, ma anche lo splendore dell’amore.

No, io amo Ginevra, non accetto nessun dono

io sono vostro prigioniero nel corpo, ma libero nell’amare.

Enrico Garrou

 

 

 

Consiglio Primaverile di Nonsolononna: Seguiamo la natura e…prepariamo l’orto post 1


” DE VITA BEATA “

“E’ dunque felice la vita consona alla natura, che non si può ottenere altrimenti che se anzitutto la mente non è sana e in perenne possesso della sua sanità, quindi forte e vigorosa, poi mirabile nel sopportare, capace d’adattarsi alle circostanze, del suo corpo e di ciò che lo riguarda attenta ma non ansiosa, inoltre delle altre cose necessarie alla vita diligente senza ammirarne alcuna, pronta a usare i doni della fortuna non a farsene schiava. Capisci, anche se non l’aggiungessi, che ne segue perenne tranquillità e libertà, respinte quelle passioni che ci stimolano o ci spaventano: infatti in luogo dei piaceri e di quelle sensazioni che sono meschine e caduche e anche dannose per l’infamia insita, subentra una grande gioia, imperturbata e costante, e poi pace e concordia dell’animo e grandezza con mitezza: ogni crudeltà viene infatti dalla debolezza”

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Intanto io seguo la Natura… e  Seneca.

E’ segno di saggezza non allontanarsene ma conformarsi alle sue leggi e al suo esempio. Felice è quella vita che si accorda con la sua propria natura, il che è possibile solo se la mente, in primo luogo è sana sempre in ogni momento, forte ed energica e decisamente paziente, capace di affrontare ogni situazione interessata al corpo e a quanto lo riguarda, ma senza ansie e preoccupazioni, amante di tutto ciò che adorna la vita, ma con distacco, disposta a servirsi dei doni della natura ma senza farsene schiava…

Non facciamoci prendere troppo dalla realtà, e facciamo un

tuffo nella fantasia, ma se poi ci accorgiamo di  fantasticare

troppo… fate come me,  fuori all’aria aperta a zappettare e

preparare l’orto.

 

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    Seguire la natura significa:

 

1) Accendere la luce interiore. ( post 1)

2) Essere ogni tanto un passo avanti. ( post 1)

3) Procedere fiduciosi e con calma

4) Essere creativi e seguire le proprie aspirazioni.

5) Distribuire al mondo un’ impronta profumata.

 

 

 Accendere la luce che c’è in te!

Il segnale più importante del ritorno della primavera è il verde, in nessun altra stagione dell’anno il verde brilla così intenso, questo grazie alle piante che stanno formando le nuove foglie. Nei mesi freddi molte piante ed erbe  muoiono assumendo un colore verdastro-marrone…mentre in Primavera spuntano nuovi steli delicati rivestendo il paesaggio di verde intenso dalle mille sfumature, come se qualcuno regolasse l’intensità. Questo verde si ripercuote positivamente sul nostro umore ed è il processo più importante in natura: la fotosintesi clorofilliana, il pigmento è la clorofilla,  è una molecola capace di catturare le particelle di luce solare e  le riconsegna alla pianta sotto forma di energia chimica. La nostra vita la dobbiamo anche a questo processo, poichè tutto ciò che mangiamo proviene in buona parte dalle piante.

 

Così con il rinverdimento delle piante, la NATURA CI RICORDA ogni anno che il mondo è stato creato dalla luce… Accendi la luce  interiore!

 

Nel mio orto sono spuntate le prime erbette  colorate…

 

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Ricetta

” Tortilla” Arlecchino

 con il ” Buon Enrico” e le mie bietole colorate…

 
 
2014-05-23 10.34.56
 

 ingredienti

 

 250 g di patate (io uso spesso quelle dolci)

180 g di foglie e cimette di Buon Enrico

150 g di bietole colorate

4 uova intere

2 cucchiai di sherry

1 cucchiaio di sale marino alle erbe

 1 cucchiaio di paprica

 1 pizzico di noce moscata e pepe nero

1 spicchio di aglio pressato

3 cucchiai di olio extra vergine di oliva.

1 rametto di finocchio selvatico

Come fare:

 

  • Cuocere a vapore, pelare e tagliare a fettine le patate.
  • Cuocere per 3 minuti in acqua salata, scolare e raffreddare foglie e cimette del  Buon Enrico.
  • In una padella schiacciare l’aglio, aggiungere il finocchio sminuzzato e cucinare a fuoco lento le bietole colorate
  • Sbattere le uova con gli altri ingredienti, unire il Buon Enrico tritato e le patate affettate, amalgamare bene.
  • Mettere il tutto in una pirofila e mettere in forno a 180° per 15 -20 minuti.
  • Si può gustare calda o fredda.

 

 Essere più veloci degli altri…

2. Sto parlando dell’aglio orsino è precoce, cresce sottoterra già in Primavera, dal suo bulbo sotto il terreno nasce un germoglio che lentamente si apre un varco verso la superficie anche se il terreno è gelato, è così veloce che già dopo il disgelo è fuori dalla terra ed eccolo… con il suo splendido mazzo di foglie, e spadroneggia tutto solo nel bosco e nei giardini. Così in Aprile mentre le altre piante cominciano a prepararsi ad uscire dal gelo invernale, l’aglio orsino è già in piena forma con la sua splendida fioritura: quale messaggio vuole darci ? non aspettare sempre gli altri, per fare in modo che le cose vadano per il giusto verso ci vuole , una scorta di energia interiore, nell’aglio orsino e racchiusa nei bulbi grazie a questa energia di amidi e zuccheri può crescere presto anche in Inverno senza bisogno della luce del sole, ad Aprile si ricarica e con l’energia solare le sue foglie si riepiono di zuccheri ed ecco che l’anno successivo sarà di nuovo il primo:

” Chi si porta il sole nel cuore può sviluppare tutto il suo potenziale anche nei periodi difficili ed essere così più veloci degli altri”

 

 Ricetta

Sformato di “aglio orsino”, paretaria e grano saraceno

 

2014-05-24 14.33.42

ingredienti

200 g di foglie di aglio orsino a fettine

130 g di champignon o altri funghi coltivati

1 cucchiaio di burro chiarificato

200 ml di acqua

100 mlo di panna

1 cucchiaio di tamari

1 cucchiaio di brodo vegetale iin polvere

120 g di grano saraceno

70 g di foglie di cimette di paretaria tritate

1 rametto di nepitella o mentuccia di campo

come fare:

  • Scaldare una padella e arrostire  i funghi  per alcuni minuti, con un rametto di nepitella e aglio orsino, lasciare sul fuoco fino a che non prendono colore.
  • In una terrina mescolare tutti gli ingredienti, compresi i funghi
  • Versare in una teglia da forno imburrata, livellare, e coprire con un coperchio o un foglio di alluminio.
  • Cuocere in forno a 180°per 45 minuti.
  • Aggiungere negli ultimi 10 minuti di cottura della formaggella e gratinare.

ma se abitate in città…

 

NonsoloNonna consiglia ” L’orto sul terrazzo”  (post 2)

2014-05-19 11.23.14

 

 

2013-02-03 15.47.30

finito il rigido inverno … <3<3<3 

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