“Passerà il tempo ma la medicina delle erbe non tramonterà mai”
Gerolamo Cardano,
poliedrica figura di medico, mago e filosofo del Rinascimento Italiano
il profumo del timo
argentati e aspri o anche dolci e poi fratti
di pietre brune e linee austere
che amo, quasi a saper esser così,
o lo sono…
guardo
e assorbo il passato e il presente
di un cuore scomposto e ardente
il mio
cerca la linea di armonia
nel duro rincorrere i giorni
privo di senso e, quello sì,
aspro.
Esile filo, erba lucente
imperlata del freddo
che presto verrà, scorre la mano
e ricorda la pelle
in altre carezze.
Scende la sera
in giro sui monti
c’è ancora il profumo del timo.
Il nome deriva da ” THIMOS” che significa, ANIMA, RESPIRO VITALE, CUORE che…
per i Greci era sede dell’IRA, del CORAGGIO e dell’ARDORE si riteneva che il suo aroma conferisse VIRTU’ EROICHE.
veniva usato spesso nella decorazione pittorica delle tombe.
si resta increduli davanti alle infinite proprietà medicinali, farmacologiche o MAGICHE che in passato erano attribuite a questa pianta:
la flora spontanea italiana comprende circa 10 specie di” thymus”, molto simili tra loro.
Per gli Egizi era un’erba purificatrice usata nei templi, gli egizi ne preparavano unguenti per l’imbalsamazione e pensavano che l’anima dei defunti potesse risiedere nei SUOI FIORI, la scienza non aveva ancora diimostrato che i suoi oli impediscono la putrefazione e la prolificazione batterica.
I medici Arabi Avicenna e Averroé lo raccomandavano come droga antivelenoo e per curare la tosse e reumatismi.
Nel Medioevo figurava tra le 5 piante sacre tanto che Carlo Magno ordinô che fosse coltivato in tutti i gIardini erboristici e negli orti dei monasteri per questo motivo le Dame ricamavano spighe di Timo sulle insegne dei loro cavalieri, pastori, viandanti e pellegrini un tempo costretti all’addiaccio erano soliti consumarlo per preservarsi dalle malattie e dagli insetti velenosi.
I Romani ne ricavavano un vino medicinale e pare che i soldati prima delle battaglie si immergessero nell’acqua di TIMO che infondeva Coraggio e Vigore.
Frittata di settembre
con “LE ERBE SELVATICHE” e Timo Serpillo
che aiutano a superare il cambio di stagione…
ogni erba cresce nel momento in cui noi abbiamo bisogno di LEI
Ingredienti
Le Erbe Selvatiche
( Portulaca, Timo, Paretaria, Menta, Foglie di Malva, Crescione, Nepitella, foglie tenere di malva)
Funghi Champignon a fette
Uova
cipolla piccola di Tropea
Pecorino Stagionato grattugiato
pepe bianco, sale, olio extra vergine di oliva, noce moscata
come fare:
- Facilissima da farsi, dopo avere raccolto le erbette selvatiche, lavatele accuratamente e spezzettatele.
- In una padella mettere olio e cipolla, rosolare poi aggiungere i funghi a fette, rosolare ancora per qualche minuto.
- Coprire le erbette e funghi con formaggio pecorino grattugiato con nepitella, timo, pepe bianco e sale qb.
- Aggiugere le uova sbattute con noce moscata, girarla almeno 1 volta.
Qualcosa di Curioso e Afrodisiaco è racchiuso
nella”Menta”…e nel Crescione
La storia è narrata da Ovidio: lega il nome della Menta a quello della ninfa “MYNTHA” creatura straordinariamente BELLA. Secondo la leggenda la ninfa venne trasformata nella pianta della menta da Proserpina, mooglie gelosa di Plutooe ed il suo caratteristico profumo gli fu donato da dal Dio come utimo gesto d’amore.
Presso alcune cuture mediterranee era auspicio di prosperità… distribuirne le foglie sul pavimento della camera in occasione della prima notte di Nozze, e specifiche virtù di corroborante dell’attività sessuale erano evidenziate anche da Discoride e Galeno nei looro studi.
Leggende latine dicevano che ai soldati Romani era vietato il consumo di menta, perchè li avrebbe resi schiavi dell’eros, spingendoli a preferire le battaglie amorose a quelle con il nemico.
Gli Ebrei usavano la menta per profumare le mense ed elevare lo spirito.
mentre il Crescione…
il Crescione d’acqua di questa pianta si utilizzano sia foglie che fiori…va raccolto da Maggio ad Agosto in piena fioritura e va usato fresco altrimenti perde le sue proprietàe la qualità più apprezzata per le sue proprietà aromatiche terapeutiche e Afrodisiache, battezzato “Nastiurtium”, tipico per il suo odore piccante, molto conosciuta nell’antiichità perchè cresceva spontanea nei pressi dei corsi d’acqua.
Discoride classificava il seme della pianta “CALDO”,atto a stimolare Venere, cosî pure i Romani consideravano questa pianta corroborante ed Afrodisiaca.
Plinio riteneva che rendesse più vivace la mente, durante l’Ottocento forse per il suo odore, Mantegazza ribadì le proprietà afrodisiache
Durante l’Ottocento, forse per il suo odore, Mantegazza ribadî le sue proprietâ afrodisiache del crescione, inserendola tra gli alimenti ottimi per rinforzare il tenzone Amoroso.
Ai tempi nostri :
in Sardegna era chiamato erba della Madonna, con altre piante aromatiche proteggeva il ciclo mestruale
in Germania era associato, alla divinità FREJA Dea dell”Amore e della Primavera dalle cui lacrime curiosamente, come nella lleggenda Greca Arianna, sarebbe nato il TIMO
Curiosità
Questa pianta era inoltre conosciuta con il nome di Marienbattstroth, cioè la paglia del letto di Maria nella fuga in Egitto e lo si bruciava durante le sue feste.
Particolari Proprietà
Sulle rive del Reno Hildegarda di Bingen, molti anni prima ch laa sciennza individuasse il potentte “Timolo”, usat come antbiotico e battericida usato come antibiotico e battericida nella prima guerra mondiale, lo accomandava per curare lebbra, paralisi e malattie nervose.
Alberto Magno religioso e filosofo deel XIII secolo nel De Vegetabilibus lo prescrive come sedativo per i malinconici e gli epilettici e un’altro autoore antico un certo …
Durante sostiene che” giova trito con olio alla dislogazione de li ossi, e come acetolito al nervo sciatico, il decotto nel vino conferisce alla vista debole, giova ai difetti della vescica e combatte i vermi”.
Gian Battista della Porta, cinquecentesco filosofo e alchimista che come Giordano Bruno aveva una visione mistica e magica della natura e delle sue cause, affermava che il timo strofinato e odorato rendesse immuni dalle malattie e assicurasse lunga vita.
Nella terra di William Shakespeare, si credeva che il suo consumo facesse addirittura acquistare ” la capacità di vedere le Fate”.
Pane Integrale alle erbe
ingredienti
200 gr di farina 00
200 g di farina grano saraceno
10 gr di lievito di birra fresco
1 cucchiaio di zucchero
4 foglie di salvia
1 cucchiaio di foglie e fiori di timo
1 cucchiaio di foglie di finocchio tritate
1 cucchiaio di semi di fiocchio
1 cucchiaio di santoreggia tritata
1 cucchiaio di aghi di rosmarino tritati
olio di oliva
1 cucchiaio di sale
come fare
- Sciogliere il lievito in poca acqua tiepida
- Mescolare le farine setacciate con lo zucchero, il sale , un filo di olio, le erbe tritate, i semi di finocchio e foglie e fiori di timo.
- Impastate aggiungendo via via l’acqua con , lavorando fino ad ottenere un impasto omogeneo e non appiccicoso.
- Adagiate il composto in una terrina, copritelo con un canovaccio e fatelo lievitare in un luogo fresco per 2 ore circa, finche la pasta non avrà raddoppiato il proprio volume.
- Stendete l’impasto con le mani e con il mattarello, portandolo ad uno spessore di 1 centimetro
- Trasferitelo in una teglia unta di olio e cuocetelo al forno a 250°, dopo 13 minuti diminuire il calore a 200° e portare a cottura, ci vorranno 30′ circa
- Servite il pane freddo , tagliato a fette.
Cambia tutto intorno a noi ma:
LE ERBE, come il canto degli uccelli ritornano uguali ad ogni stagione,
quindi mi chiedo… perchè non dovrebbero conservarsi anche le loro proprietà?
E’ tornata leggera l’anima tua alla mia nel complice silenzio della sera.
Abbraccia la notte il mio dolore, sorpresa
dal mormorio vicino del tuo AMORE
nonsolononna